Grillo da Farage ai filo-euro per prendersi più contributi

Blitz del leader sul gruppo Ue: voto online per passare coi liberali dell'"impresentabile" Verhofstadt. Base furibonda

Grillo da Farage ai filo-euro per prendersi più contributi

Verdi di rabbia. I 17 eurocittadini del Movimento Cinque Stelle non hanno gradito il referendum indetto ieri mattina da Beppe Grillo, che propone di passare coi liberali dell'Alde, annoverati nel 2015 sul blog del capo come «impresentabili». Perché la scelta è una vera inversione di marcia in senso «vietato».

E perché l'improvvisa consultazione on line sembra aprire ancora di più una crepa interna: quella che vede Grillo contrapposto a una parte della sua creatura, a quella che non trascina i consensi e in sostanza ai «milanesi», quelli che non hanno lasciato il segno nelle ultime comunali. Insomma, coloro che fanno riferimento a Davide Casaleggio. C'è chi lo ha scritto, senza indugi, come l'eurodeputato grillino Marco Valli. Milanese, appunto. Che ha twittato: «Con l'Alde, col c...». Volgare, ma eloquente. E il deputato Carlo Sibilia, via Facebook: «Decidete se meglio soli (vi ricordo che il parlamento europeo non ha iniziativa legislativa, cioè, per intenderci i deputati non possono proporre leggi) o male accompagnati e un po' ipocriti». Un altolà deciso.

Quello che i parlamentari di Strasburgo non hanno gradito - molti hanno manifestato stupore per aver appreso solo dal blog la proposta di Grillo - sono i modi che hanno portato alla decisione, presa dal comico leader, a sorpresa. Non una sorpresona, in verità. Perché è dalla fine di novembre che i pentastellati cercano una nuova casa europea. E alla fine del 2016 hanno infatti bussato alla porta del gruppo dei Verdi, ricevendo un «no». «Qui non si entra», arrivederci e grazie.
Eurocaos, in vista, dunque. L'ennesimo. E allora è probabile che sia questo il motivo che ieri ha spinto Grillo all'ennesimo blitz: Movimento di nuovo alle «urne», di fatto senza preavviso: «Le consultazioni saranno aperte dalle 10 alle 19 di oggi 8 gennaio e dalle 10 alle 12 di domani (oggi per chi legge, ndr)». Un colpo di mano anche il quesito proposto da Beppe Grillo: scegliere le alleanze politiche in Europa per stabile quale futuro avrà a Strasburgo il Movimento. E indicare in maniera netta di lasciare l'alleanza con l'Ukip di Farage. E poi la svolta «vietata», appunto: far nascere un nuovo gruppo con Alde (Alleanza dei liberali e democratici per l'Europa), di cui è capogruppo Guy Verhofstadt. Nella sezione del blog dedicata ai portavoce europei figura infatti un lungo post che descrive l'ex premier belga come un collezionista di poltrone al soldo delle grandi lobby. Ma con le elezioni del presidente alle porte, tutto è lecito.

È anche una questione di euro, nel senso di quattrini. Nulla di scorretto: in caso di adesione dei 17 deputati pentastellati, l'Alde diventerebbe il terzo gruppo dell'Europarlamento. Con 85 componenti, i liberali supererebbero la destra conservatrice dell'Ecr, dietro soltanto ai popolari del Ppe e ai socialisti di S&D. Più grande è il gruppo, maggiore è ovviamente il peso politico. Maggiori anche i fondi che verrebbero assegnati al raggruppamento, non ai singoli deputati, in base a un criterio di ripartizione proporzionale. Entrambe queste valutazioni sono state fatte dal Movimento, e in particolare dal suo leader. Ottimi motivi, anche per giustificare un'alleanza con chi crede profondamente nell'Europa. E non solo. Gli accordi economici con Stati Uniti e Canada? Sono da sempre appoggiati dai liberisti dell'Alde. Non dai grillini. Questo l'Eurocaos, che s'inserisce nei consolidati guai nazionali dei Cinque Stelle. Con la nuova crepa già citata, quella che vede opposti Grillo e Casaleggio junior. Lo hanno notato i grillini più vicini al figlio di Gianroberto. Che sono tornati sul meeting tra Davide e l'amministratore delegato della banca online del Monte dei Paschi. «Beppe ha voluto confermare l'incontro per mettere in difficoltà Casaleggio».

Polemiche grilline a parte, critiche e accuse di incoerenza anche dai partiti, dal Pd alla Lega.

«Che tristezza - annota il leader del Carroccio Matteo Salvini - Grillo e i 5 Stelle stanno votando per uscire dal gruppo euroscettico di Nigel Farage in Europa per entrare nell'Alde, il gruppo più europeista di tutti. Peccato, stanno passando dalle barricate alle poltrone».

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