Grosso guaio per «l'Espresso» A processo sul caso Crocetta

Chiesto il giudizio immediato per i due cronisti: secondo i pm l'audio choc contro la Borsellino non esiste. Il direttore: «C'è, ma non abbiamo il file»

L o scoop dell'estate diventa un boomerang per l' Espresso . La Procura di Palermo ha chiesto il giudizio immediato per i due giornalisti che nel luglio scorso hanno firmato l'articolo sull'intercettazione choc tra il governatore di Sicilia Rosario Crocetta e il suo medico Matteo Tutino. Per i pm il colloquio raccontato dal settimanale, quello in cui il chirurgo plastico arrestato a fine giugno avrebbe detto al governatore che l'allora assessore alla Sanità Lucia Borsellino doveva essere «fatta fuori come suo padre», non c'è, non esiste, non è mai esistito, è una bufala. Le prove agli atti, per l'accusa - la richiesta di giudizio immediato è stata firmata direttamente dal procuratore capo, Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Leonardo Agueci e dal pm Claudio Camilleri – sono più che sufficienti. Di qui la richiesta al gip di saltare l'udienza preliminare e di processare subito, senza acquisire nuove prove, i due giornalisti, Piero Messina e Maurizio Zoppi, accusati entrambi di calunnia (all'ex capo dei Nas della Sicilia occidentale Mansueto Cosentino indicato come fonte, ndr ) e divulgazione di notizie false.

Un brutto colpo per il settimanale, cui Crocetta ha chiesto (lo ha annunciato nei mesi scorsi) dieci milioni di euro come risarcimento. L'Espresso ha sempre confermato la notizia, sostenendo che l'intercettazione esiste, che è stata ascoltata dai due giornalisti e che è stata riscontrata attraverso il confronto incrociato con varie fonti investigative. Lo ha ribadito anche recentemente in un'intervista a ItaliaOggi il direttore, Luigi Vicinanza, che ha però ammesso che il giornale non è in possesso dell'audio incriminato. Non a caso la difesa ha presentato una richiesta di incidente probatorio, in modo da costringere gli inquirenti a tirar fuori tutti gli atti, anche quelli confluiti in procedimenti diversi, scaturiti da quello che a giugno ha portato all'arresto di Tutino. La richiesta dei legali dell' Espresso risale a metà agosto. Ma sinora è caduta nel vuoto. E adesso l'accelerazione della procura con la richiesta di giudizio immediato sembra voler bypassare quell'approfondimento, evitando che spuntino ulteriori atti imbarazzanti. «Prendo atto – dice l'avvocato Fabio Bognanni, che con il professor Carlo Federico Grosso assiste i due cronisti dell' Espresso – della richiesta di giudizio immediato. Può essere di buon auspicio visto che il gip assegnatario si è disfatto del caso perché tra poco andrà in pensione. La richiesta di giudizio immediato non stravolge alcunché. E comunque – sottolinea – nulla cambia rispetto alla nostra richiesta di incidente probatorio. Mi auguro che i tempi siano brevi». E i tempi dovrebbero essere brevissimi, visto che, almeno in teoria, il gip dovrà pronunciarsi entro cinque giorni.

Brutta batosta, per l' Espresso . Anche perché quell'articolo fece traballare, a luglio, il governatore di Sicilia, scatenando un putiferio. Il tam tam su una intercettazione imbarazzante c'era da settimane. E il quotidiano La Sicilia aveva pubblicato la vicenda prima dell' Espresso , senza però il virgolettato. Crocetta si è sempre difeso smentendo l'esistenza di quel colloquio. E ha contrattaccato insinuando che uno degli autori dell'articolo, Piero Messina, avesse motivi di risentimento nei suoi confronti visto che era uno dei 21 giornalisti dell'ufficio stampa licenziati da lui nel 2012. Circostanza smentita dal cronista. Una brutta batosta il processo, e una brutta batosta la richiesta di processo immediato anche per la credibilità del giornale. Le acque politiche, nel frattempo, si sono calmate. Crocetta ha superato la bufera di luglio ed è saldamente sulla sua poltrona, rafforzata dall'alleanza con Ncd. Sulla graticola è rimasto ormai solo L'Espresso . E se il gip dirà sì al giudizio immediato, se ne vedranno delle belle.

La procura di Palermo smentisce l'esistenza dell' intercettazione, e smentiscono anche le altre procure siciliane. I giornalisti Piero Messina e Maurizio Zoppi vengono indagati

di Mariateresa Conti

Il 17 luglio «l'Espresso» rivela: c'è un'intercettazione che imbarazza Crocetta.

Il suo medico avrebbe detto: «Lucia Borsellino va fatta fuori come suo padre». E Crocetta non replica

Le accuse per i cronisti sono calunnia e diffusione di notizie false. «l'Espresso» conferma l'esistenza di quel colloquio, ascoltato dai cronisti, ma ammette di non poterlo produrre

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica