Il guardonismo macabro fa un'altra vittima: "Fermate i curiosi"

Si fermano per sbirciare il treno deragliato: muore 21enne, tre feriti. E non è l'unico caso

Il guardonismo macabro fa un'altra vittima: "Fermate i curiosi"

Milano «Vuoi fare le foto dei morti? Vieni! Così potrai dire ciao ai cadaveri...». Nel maggio scorso era diventato virale il video del poliziotto tedesco che, dopo aver colto sul fatto un automobilista fermatosi a fare le foto di un incidente stradale, gli aveva dato una lezione che l'uomo probabilmente non dimenticherà più, obbligandolo a scendere dalla vettura e a seguirlo sul luogo dello scontro, per poi concludere: «Dare la multa non basta, serve fargli capire che sbagliano». A luglio era stata invece la ricerca del selfie perfetto che per un soffio non era costata la vita a una coppia di turisti in vacanza alle isole Hawaii, travolti da un'onda, risucchiati in mare e miracolosamente portati in salvo.

Ormai è un atto sacrilego non documentare, immortalare o comunque fermarsi e guardare non solo l'attimo fuggente, il fatto di cronaca in pieno svolgimento o appena accaduto, ma anche semplicemente il luogo dove di recente si è consumata una tragedia che, attraverso i media, ha catalizzato l'attenzione di milioni di spettatori. Seppur impegnati nello svolgimento di un'attività che richiede(rebbe) tutta la nostra attenzione sia per la salvaguardia di noi stessi che di quella altrui (ad esempio la guida), chi si sogna più di non dimostrare «io c'ero», «sono passato di qui», magari mentre sta transitando nella zona adiacente alla campagna di Livraga, nel comune di Ospedaletto Lodigiano, dove il 6 febbraio un Frecciarossa è deragliato uccidendo due macchinisti?

Anche per questo diventa fondamentale l'esatta ricostruzione da parte degli uomini della polizia stradale della dinamica dell'incidente stradale avvenuto nella notte tra venerdì e sabato sull'Autostrada del Sole nel tratto compreso tra gli svincoli di Casalpusterlengo e Lodi poco dopo le 4.30 e costato la vita a una 21enne originaria di Santo Domingo ma residente in provincia di Parma che viaggiava insieme a un'amica 26enne e a due ragazzi di 20 e 25 anni a bordo di un suv, un «Nissan Juke». Intorno alle 4.30, mentre i quattro erano di ritorno da una serata trascorsa per i locali della movida milanese e si trovavano al chilometro 37,500, all'altezza di Villanova del Sillaro (Lodi) la loro vettura si è schiantata all'altezza di una piazzola di sosta, quindi si è ribaltata e ha preso fuoco. La 21enne, originaria di Parma, è stata portata in ospedale in condizioni disperate e poco dopo è deceduta; gli altri tre giovani sono rimasti feriti in modo grave. A destare maggiore preoccupazione è la 26enne, trasportata in elicottero al San Gerardo di Monza, mentre i due ragazzi, che non rischiano la vita, sono ricoverati all'ospedale di Lodi. Proprio dalle prime, confuse testimonianze dei due giovani è nato il serio dubbio che uno dei due, che si trovava alla guida del suv o un automobilista che non è rimasto coinvolto nello schianto, si siano distratti per cercare di osservare il convoglio deragliato, tuttora visibile sulla linea ferroviaria a lato dell'autostrada, causando così lo schianto.

A questo proposito è intervenuto il prefetto di Lodi, Marcello Cardona che ha confermato come ci siano fin sono troppi «curiosi» nel tratto autostradale in cui si incrocia la linea alta velocità

dov'è deragliato il Frecciarossa. «Il problema è reale - precisa il prefetto - e la polizia stradale sta cercando di gestirlo al meglio». E ha concluso: «Siamo sicuri del fatto che se ne occuperà con più pattuglie al giorno».

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