Nonostante l'emergenza sanitaria ed economica nazionale innescata dalla pandemia di coronavirus, i giallorossi continuano a bisticciare. Lo fanno sotto traccia, ma lo fanno e negli ultimi giorni le principali forze di questa maggioranza, il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle hanno litigato in vista della tornata di nomine pubbliche che l'esecutivo è chiamato a effettuare. Si tratta delle partecipate dello Stato, veri e propri giganti del mercato. Come Leonardo, Enel, Eni, Cassa Depositi e Prestiti e anche la Sace, la società per azioni del gruppo Cdp specializzata nel settore assicurativo e finanziario.
Ecco, è stata propria la Sace il terreno del contendere tra i dem e i pentastellati, con il titolare del Mef Roberto Gualtieri e l'ex leader ufficiale dei grillini Luigi Di Maio protagonisti di un braccio di ferro serrato. Insomma, un vero e proprio scontro tra via XX settembre e alla Farnesina.
Alla fine la contesta è stata risolta con un pari e patta, accontentando un po' l'uno e un po' l'altro, visto che – come scritto dal Messaggero – l'esponente di governo del piddì è stato accontentato visto che Sace rimarrà sotto Cdp ma sarà in parte coordinata anche dal ministero dell'Economia e delle Finanze (come Eni e Poste Italiane, per intenderci) e gestirà l'operazione dei prestiti alle imprese per 200 miliardi di euro.
Ecco, cosa ha ottenuto in cambio Gigino? Bene, il ministro degli Esteri ha portato a casa il rafforzamento del ruolo della Sace per quanto concerne le esportazioni e del sostegno internazionale alle imprese, con tanto di 50 miliardi di (nuove) garanzie. Che dire? L'ennesimo compromesso tra due partiti alleati di governo che continuano a non andare d'accordo.
Come scritto ieri, peraltro, le scintille tra Pd e M5s ci saranno anche – per non dire soprattutto – in occasione delle nomine delle partecipate: l'appuntamento è fissato dopo Pasqua. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva invitato tutti, maggioranza in primis, alla coesione e non sarebbe inesistente l'irritazione del Colle per le continue lotte di potere tra i giallorossi, destinati a scontrarsi ancora – magari anche con rinnovata forza – sui nodi delle poltrone di Eni, Enel, Leonardo e compagnia cantante.
In tutto questo, nel mezzo, c'è Giuseppe Conte che è già stato e sarà
ancora chiamato a mediare tra i due partiti principali di maggioranza, ma la corda, o meglio il filo sul quale continua a stare in precario equilibrio questo governo sembra essere sempre più teso, a un passo dallo spezzarsi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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