Guerra sulla moschea fra Regione e governo: «Fatela nell'area Expo»

Il Pirellone avverte il Comune: «La legge è vigente e c'è l'obbligo di indicare i luoghi di culto nel Pgt»

(...) e deve essere rispettata da chi ha avviato un iter per consentire l'edificazione di luoghi di culto. Mentre preannuncia le controdeduzioni davanti alla Consulta, l'assessore ricorda «a chi in queste ore festeggia, che la legge c'è e le osservazioni espresse nel ricorso del governo non ne intaccano l'efficacia».

Ma c'è un altro aspetto da valutare attentamente: le contestazioni del governo sono puntuali. Per esempio in tema di sicurezza, non viene impugnata la previsione sui sistemi di videosorveglianza in generale, ma solo la parte che dispone il collegamento delle forze dell'ordine, la cui attività sfugge alla competenza legislativa della Regione. Lo stesso ragionamento vale su un piano strettamente urbanistico. Ed è l'assessore a spiegarlo: «Aspetti come l'obbligo di inserire il Piano delle infrastrutture religiose nei Piani di Governo del territorio dei Comuni, o di prevedere la procedura di Vas aperta alle osservazioni dei cittadini - avverte - non sono minimamente oggetto di contestazione da parte del governo». Ecco l'aspetto più rilevante della questione: l'obbligo di indicare una destinazione ad hoc negli strumenti urbanistici, consulta o no, resta intatto, anche perché era già previsto da un'altra legge regionale, la numero 12 - legge urbanistica. In Regione fanno notare che le aree messe a bando dal Comune non sono indicate negli strumenti urbanistici con destinazione religiosa (a Lampugnano per esempio l'unica area del genere è un istituto di suore vicino all'ex Palasharp). La conseguenza di ciò è presto detta: la Regione potrebbe impugnare il bando comunale per la difformità rispetto alle norme regionali urbanistiche (impregiudicate dall'impugnativa del governo). L'assessore infatti mette in guardia: «A coloro che oggi parlano di legge lombarda annullata, consiglio un'attenta lettura delle carte e chiedo se siano certi che i bandi con i quali alcuni Comuni, tra i quali Milano e Sesto San Giovanni, hanno deciso di assegnare aree per la costruzione di luoghi di culto siano legittimi e a prova di eventuali ricorsi».

Passando da un registro tecnico a un piano di polemica politica, poi, Beccalossi poi voluto anche provocare il premier Matteo Renzi, e con lui il sindaco Giuliano Pisapia: «Renzi, in visita ai cantieri dell'Expo, ne approfitti per annunciare la costruzione di una grande moschea sul sito che ospiterà l'evento» ha detto la esponente di Fratelli d'Italia.

«Lo spazio c'è - ha continuato - e siccome questo tema sta particolarmente a cuore al suo Governo, che ieri ha impugnato in fretta e furia la legge lombarda sui luoghi di culto, non gli resta che agire». Beccalossi ha ricordato che Pisapia non aveva fatto mistero del suo desiderio di realizzare una moschea proprio su quest'area. «Non in futuro - ha precisato - bensì in concomitanza con l'esposizione universale».

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