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Ha inventato la banca on line prima che arrivasse Internet

Già dagli anni '90 aveva capito che lo sportello era finito. E che il risparmio degli italiani andava gestito

Ha inventato la banca on line prima che arrivasse Internet

«Quando avevo iniziato a fare il promotore finanziario, un falegname mi consegnò un assegno di dieci milioni, che negli anni '70 erano una bella somma. Lui mi disse che mi aveva dato molto di più: mi consegnava i frutti di anni di sacrifici. Si aspettava da me una rendita che gli permettesse il lusso della malattia pagata. Ho cercato di trasmettere questo senso di responsabilità nella gestione dei risparmi ai miei collaboratori». In un'intervista concessa lo scorso settembre ad Avvenire, Ennio Doris aveva riassunto in questi termini i principi guida del proprio mestiere.

E certamente il senso di responsabilità nella gestione dei risparmi della clientela ha condotto Doris a percorrere la strada dell'innovazione. Sin dal lontano 1982 quando, dopo aver letto in un'intervista di Silvio Berlusconi a Capital nella quale affermava: «Se qualcuno ha un'idea e vuole diventare imprenditore, mi venga a trovare. Non vada da Agnelli o De Benedetti, non lo riceveranno. Io sì, e se l'idea è buona la realizzeremo insieme». Narra la leggenda di un Doris, quarantenne consulente finanziario, che si precipitò immediatamente a Portofino. «Dissi al Cavaliere che si poteva fare molto di più con un istituto, che oltre i fondi, vendesse anche le assicurazioni. Come accadeva all'estero», raccontò più volte.

E da quell'intuizione nacque la joint venture Programma Italia che negli anni successivi sarebbe diventata Mediolanum. L'Italia del 1982 era un Paese ancora ad alta inflazione nella quale la maggioranza dei risparmiatori investiva nei Bot sicuri di un rendimento. Doris li portò nel mondo della Borsa attraverso i fondi di investimento, consentendo a decine di migliaia di italiani di beneficiare del boom di Piazza Affari del 1984-85. Merito anche di Silvio Berlusconi, lungimirante investitore, capace di comprendere come il vento stesse per cambiare.

L'innovazione non si fermò lì. Alla fine degli anni '90 Mediolanum fu il primo istituto in Italia a «inventarsi» la banca multicanale virtuale. Mentre i concorrenti affiancavano semplicemente un po' di Internet allo sportello, Doris portò la rete sulla Rete facendo sinergia tra gestione del risparmio e servizi tradizionali. E, come d'abitudine, ci mise la faccia. Il grande pubblico, infatti, lo ricorda per gli spot televisivi nei quali traccia un cerchio sulla sabbia per rimarcare che l'offerta è ritagliata «intorno al cliente». Oggi questo modello è stato scelto da tutti, grandi e piccoli istituti, ma vent'anni fa chi avrebbe mai scommesso su un business senza sportelli fisici con i quali raccogliere risparmio e vendere servizi.

Non finì qui. La novità si pesa anche con le parole. E per questo motivo Doris cambiò anche il nome del proprio network. Non più «promotori» o «consulenti» ma «family banker». Un termine inglese ma comprensibile perché contiene il riferimento alla «famiglia», all'utilizzo del risparmio per la costruzione di un futuro intergenerazionale.

L'ultima novità è più recente: la scommessa su un prodotto che riuniva al proprio interno la vita professionale di Ennio Doris e sul quale finalmente anche la politica aveva scommesso: i piani individuali di risparmio, i Pir. Quei fondi che, mantenuti in portafoglio per 5 anni consentivano di scampare alla tassa sui capital gain, investono nelle pmi italiane e finanziano il futuro del Paese.

Banca Mediolanum è il principale operatore italiano con un patrimonio gestito a fine settembre di 4,27 miliardi di euro.

Il recente cortometraggio pubblicitario di Banca Mediolanum diretto da Ferzan Ozpetek, L'uomo che inventò il futuro, ha un titolo non casuale. E oggi ancora di più suona come un tributo al suo fondatore.

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