Presidente Palmucci, ha visto le pagine di pubblicità che Diego Della Valle ha comprato su alcuni giornali per promuovere il turismo «fatto in casa»? Che ne pensa?
«Iniziativa molto positiva che rappresenta uno scatto d'orgoglio che giova al Paese e ricorda l'importanza del turismo domestico. Anche se dobbiamo ricordare che la metà dei turisti big spender sono d'oltreoceano. E anzi l'Italia è al primo posto in Europa con oltre 50 milioni di presenze e dal 2012 è al secondo posto totale, sia per il corto che per il lungo raggio per la presenza di stranieri. Resiste, poi, nonostante il virus, il sogno straniero di una vacanza in Italia: dal web segnali positivi con 231 milioni di interazioni».
I vostri dati parlano di una tendenza precisa: le mete delle vacanze estive saranno soprattutto le nostre coste e le nostre città d'arte. Ora che a fine luglio conferma queste previsioni?
«Alcune città d'arte, come Firenze e Venezia, risentono come previsto maggiormente del calo delle presenze internazionali. Altre come Torino e Napoli recuperano con un mercato domestico già fidelizzato. Anche se mare e città d'arte sono le mete imprescindibili, le proiezioni di Enit per il 2020 vedono la montagna meno colpita dal trend negativo del turismo (-39% sul 2019), rispetto alle destinazioni costiere (-51%) e alle città d'arte (-49%) maggiormente dipendenti dai turisti d'oltreoceano».
L'emergenza Covid ha cambiato le abitudini vacanziere. A parte l'allungamento dello stagione fino a ottobre, cosa nota di diverso rispetto a prima?
«L'Italia è sempre stata la destinazione più sognata visto che col più alto numero di siti Unesco, ben 55, rispecchia i valori tradizionali dell'arte del buon vivere e della sostenibilità. La crisi offrirà nonostante tutto un'opportunità per apprezzare il fascino delle peculiarità che rendono l'Italia inconfondibile, dando accesso ai luoghi meno conosciuti e pubblicizzati, dove si vive il mistero delle origini e delle tradizioni del nostro Paese. La crisi offrirà un'opportunità per immergersi nel nostro life style attraverso percorsi slow di un turismo culturale. La Penisola con la sua storia ma anche con le sue vie dello shopping e i prodotti made in Italy suscita un fascino irresistibile».
Per lenire i terribili effetti economici del lockdown, il governo ha pensato al bonus vacanze. Cosa ne pensa?
«Essendo un incentivo sulla domanda gli effetti li vedremo ex post ma naturalmente è una delle azioni che occorre fare per incentivare la vacanza perché gli italiani in questo momento hanno bisogno di un sostegno pure economico vista l'incertezza sul futuro che rende più difficile avere quell'approccio leggero per predisporsi alla vacanza».
L'ansia e la paura dei voli internazionali, delle crociere, o semplicemente dei viaggi all'estero rappresentano un vantaggio per il settore ricettivo italiano? Oppure semplicemente deprimono la voglia di vacanza di molti?
«Può essere un momento per sviluppare il trend del turismo outdoor e la riscoperta delle località meno conosciute in tutta tranquillità ed è un'occasione per gli operatori di alzare gli standard di qualità».
Quali suggerimenti proporrebbe al governo per aumentare l'utilizzo da parte dei nostri connazionali delle strutture ricettive italiane?
«Gli incentivi economici consumer e sgravi fiscali per gli imprenditori sono misure importanti. Enit fa la sua parte, in sintonia con il Mibact, riposizionando il turismo a livello internazionale sia attraverso l'ecosistema digitale, come per esempio app di virtual reality ad hoc, sia intensificando le relazioni istituzionali».
Come si fa a rendere più appetibile (economicamente) il turismo culturale?
«Ben vengano campagne con il coinvolgimento di personaggi famosi ma il turismo culturale deve diventare anche pop e
creare una rete che dia vita a un circuito che coinvolga tutti i poli museali magari con biglietti unici, con offerte all inclusive che comprendano più siti e dei collegamenti multiculturali e immediatamente interattivi»
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