È tornato in Pakistan dopo averlo lasciato per l'Italia, con i genitori, quando aveva appena 13 anni. Tredici anni dopo Aftab Farook, il 26enne magazziniere è stato espulso il 1° agosto di quest'anno dall'Italia con l'accusa di essere un «aspirante combattente» dello Stato Islamico. Lasciandosi così alle spalle la casa di Vaprio d'Adda, il paese del milanese in cui abitava, gli affetti familiari (in realtà solo la moglie, una sua connazionale che ora lo difende ma che lui picchiava ogni giorno perché più «pacata» di lui, ndr) e un passato da campione di cricket.
Grande viaggiatore, un lavoro alla «Decathlon» di Basiamo (Mi), il giovane simulava con colleghi e amici italiani il suo disprezzo per l'Isis, ma tra le mura di casa recitava preghiere inquietanti pro-Califfato e si «sparava» violentissimi video delle torture in Siria. Era deciso a far esplodere l'aeroporto di Orio al Serio, ma il Ros di Milano lo ha fermato prima.
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