Gli hacker attaccano gli elettori L'ombra dei sabotatori russi

Database violati, si teme che Mosca voglia pilotare il voto

New York Dopo aver hackerato il partito democratico, Yahoo e il passaporto di Michelle Obama, i pirati della rete attaccano il cuore pulsante della democrazia americana, ovvero gli elettori. E lo fanno, non a caso, quando mancano 40 giorni al voto per il rinnovo della Casa Bianca, sul quale incombe l'ombra dei sabotatori russi.

Secondo quanto rivelato da diverse fonti delle forze dell'ordine a Cbs News, gli hacker hanno attaccato i database elettorali di 10 Stati americani, dopo che all'inizio del mese c'era stato un tentativo di colpire i sistemi di Arizona e Illinois. I funzionari governativi sono sempre più preoccupati che dietro questi episodi ci siano gli abilissimi pirati informatici russi, e che Mosca stia quindi tentando di disturbare o influenzare le elezioni presidenziali. Inoltre, ritengono alto il rischio di altri attacchi da qui all'8 novembre, che prendano di mira in particolare i sistemi per la registrazione degli elettori. Gli esperti affermano che l'obiettivo di questi hacker potrebbe non essere necessariamente quello di modificare il risultato delle elezioni, ma in primo luogo di seminare dubbi, incertezza e sospetti. «Il vero pericolo è se riusciranno a cancellare le registrazioni degli elettori», spiega Herbert Lin, ricercatore di cyber-sicurezza al Stanford University's Center for International Security and Cooperation. «Pensiamo per esempio che vogliano intervenire a favore di Trump - prosegue - Potrebbero trovare un modo per invalidare le registrazioni, ad esempio cancellando quelle del 10% dei cittadini democratici di uno Stato. Questo vorrebbe dire che quel 10% non potrebbe più votare». Tra gli stati Usa più a rischio ci sono quelli che utilizzano le macchine touch-screen per il voto, che non lasciano alcuna traccia cartacea, ossia Delaware, Georgia, Louisiana, New Jersey e South Carolina. Ma anche in altri nove stati ci sono molte contee dove vengono utilizzati sistemi elettronici: Arkansas, Indiana, Kansas, Kentucky, Mississippi, Pennsylvania, Tennessee, Texas e Virginia. Secondo la società di cyber-security Carbon Black uno dei bersagli più probabili potrebbe essere proprio la Pennsylvania, «swing state» dove vengono ampiamente utilizzate macchine elettroniche con un sistema operativo obsoleto come Windows XP, ritirato dal mercato nel 2014. E che per questo rappresenta un obiettivo più sensibile rispetto ad altri stati in bilico come Ohio, dove entra in gioco il controllo manuale in caso di testa a testa, e Florida, dove possono essere richieste verifiche del voto.

«Se fossi un hacker, punterei sicuramente lì - afferma il chief security strategist di Carbon Black, Ben Johnson - la mancanza di prove cartacee è un vero disastro».

Come conferma anche il Brennan Center for Justice, la scarsa omogeneità dei sistemi per il voto elettronico, delle schede elettorali e degli standard dei seggi creano terreno fertile per il proliferare degli attacchi informatici, in particolare negli Stati chiave.

VRob

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