Un solo giornalista all'interno della St. George's Chapel, dove si terrà la cerimonia, e quattro fotografi fuori ad attendere i novelli sposi. Tutto qui. I tabloid britannici (e non) che attendono il matrimonio del principe Harry e Meghan Markle come l'evento dell'anno, rimarranno delusi. Perché Kensington Palace ha diffuso i dettagli degli accrediti da concedere ai media per il grande giorno, il 19 maggio. E la comunicazione è stata molto breve. Dato che lo spazio all'interno della chiesa è «piccolo» e non si tratta di «un evento di Stato», ci sarà solo un reporter a seguire il «sì» reale. Nel 2011 il matrimonio del principe William con Kate Middleton fu seguito da 8.500 giornalisti solo a Londra.
Di certo i due fratelli non possono amare la stampa. Avevano rispettivamente 12 e 15 anni quando loro madre, Diana Spencer, morì in un incidente d'auto a Parigi nel tentativo di fuggire dai paparazzi. In un documentario BBC uscito lo scorso anno Harry si era lasciato andare ad alcune rivelazioni: Dopo l'incidente invece di aiutare scattavano fotografie di lei che moriva sul sedile posteriore - si è sfogato il principe -. Spesso quando la cercavamo per parlare, giocare o fare qualunque cosa, la trovavamo che piangeva per qualcosa che aveva a che fare con la stampa. Ogni volta che usciva di casa c'era la fila di giornalisti che la aspettava: la seguivano, la pedinavano, la molestavano». In un'intervista dell'anno scorso al Telegraph, aveva per la prima volta detto di essersi affidato a uno psicologo a causa del trauma, dopo 20 anni passati a reprimere ogni emozione e 2 anni di vita sregolata.
Anche in vista delle nozze reali la stampa britannica non ha dato il meglio di sé, soprattutto nel dipingere la new entry Meghan Markle: i retroscena sulla fine del suo primo matrimonio, le ironie sui tentativi del padre di perdere peso, le interviste a fratellastro, sorellastra e zio non invitati alle nozze.
Anche per questo Harry e Meghan hanno voluto escludere di fatto i giornalisti dal grande giorno, segnando un'ulteriore rottura con la tradizione. Un cambio di passo che incarna già di per sé la futura sposa: americana, attrice di professione, divorziata e di origini afroamericane e 3 anni più vecchia del «suo» principe.
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