In Finlandia c'è un giorno in cui vengono resi noti gli stipendi di tutti i contribuenti. E questo giorno è stato giovedì, 1° novembre, come tutti gli anni. La trovata, che sgomenta noi italiani da sempre piuttosto reticenti a dare informazioni sui nostri introiti, è dovuta a una legge sulla trasparenza voluta dal governo molti anni fa e ancora oggi in vigore malgrado le tante polemiche sollevate a Helsinki e dintorni.
Non pensiate infatti che i finlandesi vivano con grande disinvoltura il disvelamento pubblico dei loro cespiti. Infatti il 1° novembre è noto nel Paese baltico come «la giornata nazionale della gelosia», a causa delle invidie sociali provocate dalla pubblicazione degli stipendi. Naturalmente i più presi di mira sono personaggi pubblici come politici, sportivi, attori e manager di grandi aziende. Malgrado questo il governo finlandese continua a pensare che si tratti di una buona idea, dal momento che aumenta la trasparenza collettiva, rende più difficile barare sulla dichiarazione delle tasse ed evidenzia le grandi disuguaglianze sociali, elevate anche in un Paese in cui il welfare gode di ottima salute.
Da anni in Finlandia si discute sulle conseguenze di questa gornata senza eguali al mondo. E molti sono critici sulla scelta, anche con toni blandamente ironici. Come lo scrittore di origine tedesca Roman Schatz, intervistato dal New York Times, che parla di un «esercizio collettivo di psicologia.
Che crea un'illusione di trasparenza così tutti aumentiamo la nostra autostima perché possiamo dire: Gli americani non potrebbero mai farlo, e nemmeno i tedeschi. Ma quanto siamo onesti, ma quanto siamo bravi. È come un purgatorio luterano».
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