Hezbollah tiene famiglia: "I figli in fuga dalla Siria"

Anche i vertici della milizia sciita che combatte con Assad temono per la sorte dei loro ragazzi E li mandano a studiare in Europa e Sud America

Hezbollah tiene famiglia: "I figli in fuga dalla Siria"

Anche i duri e puri di Hezbollah, il partito armato libanese, tengono famiglia. Membri influenti della milizia sciita avrebbero mandato i loro figli in Europa e Sud America per non farli combattere nel sanguinoso conflitto siriano. E lo stesso stanno facendo le famiglie meno coinvolte nel movimento, ma che hanno possibilità di finanziare la «fuga». La notizia è trapelata su Arabi 21, sito d'informazione egiziano. «Il fenomeno dei giovani sciiti in fuga dal Libano verso l'Europa è emerso dallo scorso anno, dopo le pesanti perdite sofferte da Hezbollah in Siria» si legge nell'inchiesta.

I dati sui caduti della milizia sciita al fianco del regime di Assad sono segreti, ma si parla di almeno 1500 morti negli ultimi tre anni per una guerra in un altro paese. Uno studio sui funerali e gli annunci mortuari ufficiali, che scampano alla censura, ha identificato 865 combattenti sciiti libanesi uccisi in battaglia. In aprile sono 18 le perdite accertate, che rappresentano solo la punta dell'iceberg. Altri morti sono catalogati per incidente stradale o infarto. Di fronte alla mattanza segreta, molti padri di famiglia del movimento mandano i pargoli all'estero per evitare l'arruolamento. Soprattutto per scampare ai fronti più sanguinosi come Aleppo, Daraa, Homs e Damasco. In particolare lo stillicidio di caduti in preparazione dell'annunciata battaglia campale per riconquistare Aleppo, la Milano della Siria, avrebbe convinto sempre più famiglie «a inviare i figli a cercare rifugio in Europa e Sud America».

Mohammed Abbas, uno sciita libanese, che vive in Belgio ha ammesso con Arabi 21: «Vivevo con la mia famiglia nella provincia della Bekaa. Quando Hezbollah ha cominciato a radunare i giovani nei villaggi per addestrarli alla guerra in Siria, i genitori mi hanno spedito con altri amici e coetanei a cercare rifugio in Europa». Abbas ha raccontato di essere arrivato con gli altri fuggitivi «da Beirut in Bielorussia, dove siamo rimasti pochi giorni. Poi abbiamo preso un volo per l'aeroporto Charles De Gaulle di Parigi». I costi del viaggio possono venir pagati solo da famiglie sciite agiate. Per i più poveri e meno influenti è difficile salvare dalla mattanza siriana i propri figli. Una guerra che lo stesso leader di Hezbollah, il segretario generale Hassan Nasrallah, ha definito «questione esistenziale», che non prevede la ritirata. Le perdite accertate sono solo la punta dell'iceberg, che potrebbe nascondere la morte del 10% degli effettivi del partito armato che in tutto conta circa 15mila uomini. Un reclutatore nel sobborgo sciita nella parte sud di Beirut ha ammesso «un numero di arruolamenti senza precedenti di soldati da addestrare e inviare in Siria».

Fra gli 865 caduti accertati almeno 49 erano «al-Qaid al-Shahid» o «al-Qaid al-Maydani», comandanti Hezbollah. Dal maggio 2015 a febbraio di quest'anno, le perdite ufficiali sono arrivate a una media di 36 al mese. I picchi dei funerali dei martiri coincidono con le grandi battaglie del conflitto in Siria. Nel 2013 si trattava dell'offensiva sulla città di Al Qusayr fra Damasco e la costa sul Mediterraneo. L'anno dopo le perdite più alte sono state registrate a inizio estate quando l'Isis ha catturato il giacimento di gas di Shaer e la base della 17ª divisione siriana a Raqqa. Nel 2015 gli Hezbollah sono stati decimati dall'offensiva congiunta dell'Esercito siriano libero e del Fronte al Nusra, costola siriana di Al Qaida, a ridosso dal confine libanese. Anche la battaglia di Zabadani ha registrato molte perdite fra i volontari sciiti dal Libano.

L'offensiva che si sta preparando ad Aleppo sarà un altro bagno di sangue. Il risultato è che sempre più pargoli sciiti vengono fatti fuggire all'estero dalle famiglie, che spesso appoggiano Hezbollah, ma non vogliono mandare i figli a morire in terra straniera.

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