Ora non sono più soltanto voci di analisti inquieti e avversari politici agguerriti, la salute di Hillary Clinton rischia di compromettere seriamente il rush finale per la Casa Bianca. Dopo il malore mentre partecipava alle commemorazioni per l'anniversario dell'11 settembre a Ground Zero, il mistero si è sciolto nella tarda serata di domenica: la Clinton ha la polmonite ed è disidratata.
Una diagnosi arrivata tramite una dichiarazione del suo medico curante, Lisa Bardack, e che risale a venerdì scorso, in seguito ad esami più approfonditi eseguiti per capire le cause di una tosse prolungata. Bardack ha assicurato che l'ex first lady, sottoposta ad una cura di antibiotici, si sta riprendendo bene, ma le ha consigliato di stare a riposo e per questo Hillary ha dovuto cancellare un viaggio in California. Tuttavia, dopo il video diffuso in rete nel quale si vede chiaramente che alla candidata cedono le ginocchia mentre sta aspettando il van che deve portarla via dalla cerimonia, non sono bastate le rassicurazioni del portavoce che ha parlato di un «colpo di calore», né quelle della stessa Clinton che si è mostrata davanti alle telecamere dicendo di sentirsi «alla grande».
Non è la prima volta che i suoi avversari politici sostengono come non goda di buona salute, soprattutto dopo che nel 2012, quando era segretario di Stato, è stata operata per un ematoma alla testa causato da una caduta. Adesso, però, il tema è tornato prepotentemente alla ribalta, anche perché si tratta di una questione che sta particolarmente a cuore agli americani, i quali vogliono un presidente sano e forte. Già prima del mancamento di domenica, nelle scorse settimane la Clinton ha interrotto alcuni comizi con profondi colpi di tosse, che lei e il suo staff hanno però liquidato come semplice allergia.
Una risposta giudicata poco convincente dalla campagna di Donald Trump, che spesso ha cavalcato le insinuazioni sullo stato di salute dell'avversaria 68enne. Certo, come sottolineano gli esperti, ad ora non vi è alcuna prova credibile che avvalori la tesi, e men che meno la voce diffusa da alcuni sostenitori repubblicani secondo cui sarebbe malata di Parkinson. In molti però si chiedono cosa succederà da oggi all'8 novembre, anche perché oltre al nodo della salute di Hillary c'è quello della mancanza di trasparenza, che può metterla nuovamente in difficoltà dopo il caso dell'emailgate, da cui la sua credibilità ha già accusato un duro colpo. Tanto che nelle ultime ore anche la stampa a lei vicina la sta criticando per la reticenza a parlare in modo chiaro delle sue condizioni di salute. «Si deve dire francamente alla gente succede, e farlo subito - ha commentato Ari Fleischer, addetto stampa della Casa Bianca durante la presidenza di George. W. Bush -. Se lo fai non è un grande problema, altrimenti lo diventa».
Persino il marito Bill Clinton in un'intervista negli anni Novanta spiegò che il popolo americano «ha il diritto di conoscere lo stato di salute del suo presidente». Trump, invece, se inizialmente ha scelto di rimanere in silenzio, ieri su Twitter ha augurato una pronta guarigione alla rivale, precisando però che «l'unica cosa onesta che dovrebbe fare verso i cittadini Usa sarebbe quella di ritirarsi dalla corsa». L'ipotesi di una sostituzione a meno di due mesi dal voto è difficile, ma non impossibile, e secondo alcuni media statunitensi i vertici del Comitato Nazionale Democratico si dovrebbero incontrare a breve per valutare tale possibilità.
Intanto è già partito il toto-nomi di chi potrebbe prendere il posto di Hillary, con in cima alla lista l'attuale aspirante vice presidente Tim Kaine, il vice presidente Joe Biden, e l'ex rivale alle primarie Bernie Sanders.
La candidata democratica sta attraversando il momento più difficile da quando è scesa in campo con l'obiettivo di diventare la prima presidente donna degli Usa, e potrebbe non essere sufficiente neppure l'aiuto di Michelle Obama, che interverrà ad un comizio in Virginia venerdì prossimo, cercando di far leva sulla sua popolarità per conquistare il voto della comunità afroamericana e dei giovani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.