Houthi, il razzo ipersonico e i colloqui per fermarli

Il gruppo yemenita avrebbe già testato il missile. Il Ft: "Negoziati segreti fra Usa e Iran per lo stop agli attacchi"

Houthi, il razzo ipersonico e i colloqui per fermarli
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Un razzo ipersonico - di quelli che viaggiano ad almeno 6mila chilometri orari, anche a bassa quota, e possono compiere manovre in volo per schivare eventuali missili intercettori, rendendoli quasi impossibili da individuare - è stato testato nello Yemen dai miliziani sciiti Houthi, protagonisti degli attacchi contro le navi internazionali nel Mar Rosso. La notizia è stata diffusa dall'agenzia di stampa statale russa Ria Novosti, che cita una fonte militare. I grandi Paesi che al momento possiedono con certezza queste armi sono tre: la Russia, gli Stati Uniti e la Cina, anche se non è escluso che altre nazioni li detengano, ma tengano l'informazione segreta.

La notizia accresce le preoccupazioni della comunità internazionale, alle prese con continui attacchi alla libera navigazione nel Mar Rosso, dove i ribelli yemeniti, dallo scoppio della guerra fra Israele e Hamas, hanno messo a segno azioni offensive contro imbarcazioni in transito nell'area, «in solidarietà con Gaza», dicono. «Gli attacchi degli Houthi si evolvono», ha riferito appena tre giorni fa il ministro della Difesa Crosetto, dopo che la nave militare italiana Duilio ha abbattuto due droni lanciati dai miliziani ribelli yemeniti. Tanto che la missione Aspides a comando italiano e a difesa della libera circolazione e del commercio nel Mar Rosso, dove transita il 30% del commercio internazionale, è stata definita «fondamentale» dal ministro.

Proprio ieri il Financial Times ha riferito che negoziati segreti - e «indiretti» sottolinea il quotidiano finanziario - si sono svolti a gennaio tra Stati Uniti e Iran per convincere Teheran a usare la propria influenza sugli Houthi per mettere fine agli attacchi. Secondo fonti statunitensi e iraniane al quotidiano inglese, i colloqui si sono svolti in Oman e sono stati i primi tra i due Paesi rivali in dieci mesi. Durante i negoziati sarebbe anche stata affrontata la questione del programma nucleare dell'Iran sempre più vicino a un arricchimento di uranio che potrebbe consentire la realizzazione della bomba atomica.

La delegazione statunitense era guidata dal consigliere per il Medio Oriente della Casa Bianca, Brett McGurk, e dall'inviato per l'Iran, Abram Paley, mentre a capo di quella iraniana c'era invece il vice ministro degli Esteri Ali Bagheri Kani, principale negoziatore nucleare del regime. Come sta accadendo per le trattative fra Hamas e Israele - mediate da Egitto e Qatar - anche in questo caso i mediatori dell'Oman hanno fatto la spola tra le due parti, che non si parlano direttamente. Un secondo round di negoziati che avrebbe coinvolto McGurk era previsto per febbraio, ma - secondo il Ft - è stato rinviato a causa del suo ruolo nelle iniziative per mediare un accordo per il rilascio degli ostaggi in mano a Hamas e ai gruppi affiliati a Gaza.

L'agenzia di stampa del regime iraniano Irna ha confermato che colloqui indiretti sono avvenuti fra Usa e Iran sulla revoca delle sanzioni sul nucleare a Teheran ma ha negato che abbiano riguardato gli attacchi degli Houthi.

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