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Huffington Post, l'Annunziata lascia la direzione

Via dopo otto anni. Lei: una decisione in linea con la formula «nuovo editore-nuovo direttore»

Huffington Post, l'Annunziata lascia la direzione

Gian Maria De Francesco

Lucia Annunziata ha lasciato la direzione del quotidiano online Huffington Post e, contestualmente, anche il gruppo Gedi, l'editore di Repubblica. La giornalista, già direttore del Tg3 e presidente Rai nonché conduttrice di In mezz'ora, ha comunicato martedì scorso la propria decisione al direttore generale di Gedi, Maurizio Scanavino, e al direttore del personale, Roberto Moro.

«Quando un editore cambia, è giusto anche che ci sia una discontinuità nella direzione. Sono stata chiamata per fare una startup e dopo 8 anni il giornale è diventato adulto ed è in crescita: è il momento giusto per andare via», ha dichiarato Annunziata all'Adnkronos. Gedi, infatti, è in procinto di cambiare assetto proprietario. Si è, infatti, in attesa del passaggio della quota di maggioranza del 43,78% dalla Cir della famiglia De Benedetti alla Exor di John Elkann. Con il rafforzamento degli Agnelli la gestione di Repubblica, Espresso e delle altre testate del gruppo è destinata a cambiare anche dal punto di vista politico. «È una decisione personale e felice, non c'è stato nessun attrito», ha precisato Lucia Annunziata che ha voluto evitare polemiche.

È logico ritenere che l'anchorwoman abbia voluto anticipare un passaggio di consegne che nelle testate Internet del gruppo Gedi è già avviato. Alla fine della scorsa estate il sito economico Business Insider Italia ha visto il cambio di direzione con Vittorio Emanuele Orlando che ha avvicendato Giovanni Pons, ritornato a Repubblica. Tanto Business Insider che Huffington Post sono due joint venture nelle quali Gedi è socio di minoranza: la prima con la tedesca Axel Springer e la seconda con l'americana Huffington Post. Entrambe le testate godono di buona salute con un numero sempre maggiore di contatti e ricavi pubblicitari in crescita a fronte di costi abbastanza contenuti. «Lascio il bilancio in attivo e da 4 anni diamo un milione di euro l'anno a questa azienda. Gli stipendi, incluso il mio, sono negli standard delle testate online, notoriamente più bassi di quelli della carta stampata».

Insomma, la tempra di Annunziata e e il suo personale convincimento in un giornalismo come settore produttivo ad alta intensità di lavoro mal si sarebbero conciliati con l'understatement tipico di casa Agnelli e, soprattutto, con una prima linea di management per la quale la forte attenzione ai costi, eredità di Sergio Marchionne, rappresenta un principio guida.

Ecco perché il comitato di redazione dell'Huffington, ricordando gli ottimi risultati raggiunti, ha chiesto al gruppo di «chiarire le strategie di sviluppo della testata». Anche a Repubblica, prima o poi, questa domanda si porrà. Sia perché il quotidiano ha uno stile meno british del sito sia perché la struttura di costo è decisamente superiore. Annunziata, invece, non ha fornito indicazioni sul proprio futuro professionali: continuerà a condurre In mezz'ora e curerà la voce «giornalismo» per la Treccani.

Nuovi progetti? «I nuovi progetti possono sempre arrivare».

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