I 5 Stelle infieriscono. L'ira dei riformisti dem: così addio campo largo

Il caso lombardo investe la politica nazionale. Il Nazareno: "Stesso metodo con Todde?"

I 5 Stelle infieriscono. L'ira dei riformisti dem: così addio campo largo
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Giuseppe Conte fiuta l'odore del sangue sul caso Sala e travolge l'alleato Pd. Il campo largo vacilla. L'alleanza tra grillini e Democratici è messa a dura prova dall'inchiesta sulla giunta milanese guidata da Beppe Sala. Il Pd di Elly Schlein, per ora, si schiera con il sindaco e rimanda al mittente la richiesta di dimissioni. I grillini preparano lo show giustizialista spinti dalla campagna di stampa del Fatto Quotidiano. Al Nazareno crescono i malumori: "Si specula sugli alleati, così salta alleanza".

È una minaccia, che arriva più dall'ala riformista che al momento è al fianco di Sala senza indugi. Più tiepida la maggioranza che fa riferimento alla segretaria Elly Schlein. Che per ora, al netto di una solidarietà di facciata, non muove truppe in difesa del sindaco di Milano. Il tema però esiste. E incide sulla tenuta dell'alleanza. Anche perché, giorno dopo giorno, i padri nobili del Pd mettono la propria faccia in difesa di Beppe Sala. Ieri è toccato all'ex commissario Ue Paolo Gentiloni: "Rispetto il lavoro della magistratura e penso che Sala, oltre a essere un bravo sindaco, sia una persona perbene sulla cui onestà nessuno dovrebbe dubitare". Anche il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi rinnova l'invito a non mollare: "Il sindaco Sala deve andare avanti, deve continuare il suo percorso amministrativo, un grande sindaco che ha fatto tanto per la città". Dal fronte nazionale del M5s parla solo Riccardo Ricciardi, capogruppo alla Camera: "Ad emergere è una visione di città mirata a scacciare il ceto medio e le persone più povere. Questi sono fatti che noi abbiamo denunciato anche con il Salva-Milano e che vengono già da lontano. La nostra visione di città è diametralmente opposta". Il gruppo milanese ribadisce: "Sala si dimetta". Più duro il commento dei Verdi: "Siamo in presenza di una tangentopoli silenziosa". Fuori da Palazzo Marino centri sociali e movimenti per la casa (tutta la galassia vicina ad Avs) infiamma la protesta. Il Pd rischia di finire come un piccione sotto tiro. Il presidente nazionale Stefano Bonaccini avverte: "Bibbiano non ha insegnato nulla". Il centro-sinistra è in piena crisi di nervi. Una fibrillazione che può provocare effetti a cascata alle regionali. La linea ufficiale di Schlein è contenuta nelle parole di Pierfrancesco Majorino, che poi in fondo sogna di prendere il posto di Sala: "Dal sindaco Beppe Sala un discorso bello e sincero. Ora si dovrà andare avanti con grande combattività, unità ed energia". Gli affondi dal fronte grillino non si fermano. Al Nazareno c'è chi minaccia di reagire: "Se iniziassimo a usare lo stesso metodo con Todde in Sardegna?", fanno filtrare alcuni dirigenti dem. In Aula, Sala parla e va avanti. La tensione è altissima. Lo scontro aperto. Matteo Renzi ci mette del suo e getta benzina sul fuoco, spaccando ancor di più la coalizione: "Un Paese civile è un Paese in cui le sentenze si fanno nelle aule giudiziarie e il garantismo si applica a tutti, avversari e amici. Noi siamo dalla parte della giustizia, non del giustizialismo. Per questo diciamo a Beppe Sala: vai avanti". L'ala radicale della coalizione però non dà tregua e ribatte: Siamo convinti che il sindaco Sala potrà chiarire la sua posizione, ma una cosa è evidente: una profonda serve di revisione delle politiche urbanistiche. La realizzazione di un nuovo stadio non rappresenta una priorità.

La vera urgenza è la riqualificazione delle periferie, dal punto di vista sociale e ambientale, in una città dove, oggi, per i ceti medi affittare o acquistare una casa è diventato praticamente impossibile" attacca il capo dei Verdi Angelo Bonelli.

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