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Tutto pur di non tornar al voto: i 5S pronti a piegarsi a Renzi

Tra i grillini c'è chi vuole ricucire con Italia Viva: "È per il bene dell'Italia". La strategia di Crimi: evitare temi divisivi e diktat. Forte irritazione nel M5S

Tutto pur di non tornar al voto: i 5S pronti a piegarsi a Renzi

Un passo indietro per blindare la poltrona nel palazzo e tirare avanti la baracca fino al 2023. Il Movimento 5 Stelle è pronto a tornare a bussare alla porta di Matteo Renzi per ricucire dopo lo strappo dovuto al ritiro della delegazione di Italia Viva? La questione ha creato un solco profondo tra gli irriducibili e gli aperturisti. Tra i grillini si segnala infatti la presenza di diversi eletti che vorrebbero seppellire l'ascia di guerra e mettersi a governare ancora con gli ex alleati che hanno innescato la crisi. Le divergenze si sono palesate ieri sera, nel corso dell'assemblea dei gruppi gialli che è iniziata già con forti malumori: l'appuntamento, inizialmente previsto per le 21:30, è slittato di un'ora provocando l'ira di molti pentastellati. Un ritardo accolto con sconcerto da più parti: "Come al solito veniamo ascoltati per ultimi, quando i giochi sono fatti". Il dito è puntato soprattutto contro Vito Crimi e Alfonso Bonafede: "È tornata l'era dei caminetti".

A questo poi vanno aggiunte le spaccature su una possibile riappacificazione con il gruppo renziano. Giorgio Trizzino ha invitato a guardare a un rafforzamento della maggioranza: "È vero che esistono forti remore a riaprire il dialogo con Renzi ma io ritengo che sia corretto farlo nell'interesse del Paese ed anche perché non vedo altra maggioranza possibile al momento". Pure Azzurra Cancelleri spinge per la pace con Iv: "Anche loro si sono convinti di aver fatto il passo più lungo della gamba". Però c'è chi ha messo in guardia sui rischi di un ritorno con Italia Viva, che potrebbe rappresentare un pericolo per il premier Giuseppe Conte: "Qualcuno proverà a eliminarlo. Conte va difeso. E va difeso anche il M5S. Siamo in affanno, la priorità è fare squadra".

Il piano di Crimi

A prendere il pallino dell'assemblea è stato il reggente Crimi, che ha ribadito il ruolo centrale del M5S in qualunque nuovo esecutivo. Ai suoi ha consigliato di "mettere da parte i personalismi" e le "storie personali" per "tirare avanti". Un indizio implicito che fa pensare alla ricucitura con Renzi? Non dimentichiamo che pochi giorni fa aveva chiuso definitivamente le finestre del dialogo con i renziani: "Allora lo ribadisco, a scanso di ogni equivoco: per il Movimento non ci sono margini per ricucire con Renzi, la porta è definitivamente chiusa". L'obiettivo fissato dal capo politico dei 5 Stelle, riporta l'Adnkronos, è quello di ampliare il perimetro giallorosso "così da essere meno condizionati dai diktat". Il senso del suo ragionamento è di fare comprendere l'importanza dei traguardi da raggiungere, con il perno del Recovery Fund, attraverso una strategia ben precisa: individuare temi comuni "e mettere da parte quelli divisivi", come il Mes e la prescrizione.

Crimi poi a gran voce ha rivendicato le battaglie grilline. "Siamo un terzo dei parlamentari e senza di noi non esiste alchimia che tenga. Gli altri sono consapevoli che non possono fare a meno di noi", ha aggiunto.

Rinnovata infine la totale fiducia nella figura del presidente del Consiglio Giuseppe Conte grazie a cui - secondo il reggente 5S - "alcune cose sono cambiate in Europa", sottolineando come non ci siano "alternative a Conte" in quanto "è il collante" e dunque "non c'è altro in prospettiva".

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