
Non ha fatto in tempo ad arrivare in Italia per essere curato Hamdi al-Najjar, il medico palestinese rimasto ferito nel raid israeliano che ha distrutto la sua casa e ucciso nove dei suoi dieci figli. È morto nella notte, poche ore dopo l'annuncio fatto dal ministro degli Esteri Antonio Tajani del suo imminente trasferimento nel nostro Paese con l'unico figlio sopravvissuto alla strage, Adam, 12 anni. «Ora accoglieremo anche la madre», ha detto ieri il ministro.
Hamdi aveva 40 anni ed era un medico come la moglie, Alaa Al-Najjar, 35 anni, una pediatra che si è salvata perché lo scorso 24 maggio, quando un razzo ha raso al suolo la loro casa di Khan Younis, nella striscia di Gaza, sterminando la sua famiglia, era in ospedale a lavorare. Nell'attacco era rimasto ferito gravemente ed era ricoverato in condizioni critiche al Nasser, la stessa struttura sanitaria dove lavora la moglie e dove è ricoverato Adam, una delle poche di Gaza che - per quanto in condizioni disperate - continua ad accogliere i pazienti. Hamdi aveva riportato ferite molto gravi e avrebbe avuto bisogno di cure specialistiche, invece al Nasser, negli ultimi mesi finito spesso sotto le bombe, molti macchinari non funzionano, non c'è la Tac e i farmaci scarseggiano. Una situazione al limite per far fronte a un'emergenza sanitaria senza precedenti. La sorella del 40enne aveva raccontato che Hamdi, dopo essere stato operato al cervello, era tenuto in vita con il paracetamolo. Tra pochi giorni avrebbe ricevuto le cure specialistiche necessarie, forse all'ospedale Niguarda di Milano che si era offerto di accoglierlo e dove, a breve, dovrebbe arrivare il piccolo Adam, diventato il simbolo della tragedia che si sta consumando a Gaza. Purtroppo non ce l'ha fatta. Dal giorno del bombardamento non aveva più riaperto gli occhi: se n'è andato senza sapere che nove dei suoi figli sono morti.
Sua moglie, che per otto giorni ha dormito nella stanza della terapia intensiva dove era ricoverato, è rimasta l'unica accanto al bambino sopravvissuto. Ora ha solo lui e, morto il marito, verrà anche lei in Italia ad accompagnare Adam, insieme a sua sorella con i suoi quattro figli. Si sta solo aspettando che le autorità israeliano rilascino i permessi necessari. In Italia è tutto pronto per accogliere il piccolo. L'ospedale di destinazione non è stato ancora confermato, anche se il Niguarda - dove recentemente è stato inaugurato un nuovo centro ustioni - sembra il più gettonato e ha già dato disponibilità. Il bambino, infatti, ha riportato ustioni sul 60 per cento del corpo, oltre a un trauma al torace e a gravi ferite a un braccio che hanno compromesso il sistema nervoso. Deve essere operato al più presto e il ministro Tajani ha ipotizzato la data dell'11 giugno per l'intervento chirurgico. Ma tutto dipende dalle autorità israeliane che non hanno ancora dato i permessi.
A Repubblica la sorella di Hamdi, la 42enne Nashwa al-Najjar - che avendo vissuto in Italia sei anni ha spinto la famiglia ad accettare l'offerta del nostro Paese al posto di altre - ha spiegato di avere già trovato il veicolo che può accompagnarli al valico per uscire dalla Striscia. Manca il via libera del Cogat, un'unità del ministero della Difesa israeliano che coordina le attività governative in Cisgiordania e a Gaza.