I bagarini dei passaporti. Slot venduti a 250 euro

Prenotavano i rinnovi a nome di Loren e Vanoni Incassi per 300mila euro, indagati cinque truffatori

I bagarini dei passaporti. Slot venduti a 250 euro
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Anche «Merilin (scritto proprio così, ndr) Monroe», «Carmen Russo» e «Sofia Loren» avevano prenotato un appuntamento per rinnovare il passaporto. Ma dietro queste identità palesemente false c'era un gruppo di persone che aveva escogitato un metodo, illegale e a pagamento, per aggirare il ginepraio che a Milano, e non solo, i cittadini devono affrontare per rifare o ottenere il documento indispensabile per viaggiare. Ci vogliono mesi per essere convocati in commissariato e allora i «bagarini» del passaporto offrivano un servizio tutto compreso che permetteva di saltare la chilometrica fila digitale. La frode però è stata scoperta dalla polizia e cinque persone risultano indagate per «falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri» e per aver turbato la regolarità di un servizio pubblico. Reati contestati in concorso, tutti continuati e aggravati.

Al centro della vicenda c'è l'agenzia Baracca, poco più di un chioschetto, però storico, sul marciapiede dell'omonimo piazzale in pieno centro a Milano. «Da più di cinquant'anni ci occupiamo di passaporti» recita il sito dell'attività. L'inchiesta, arrivata al passaggio della notifica dell'avviso di conclusione indagini, è coordinata dai pm del Quarto dipartimento-Frodi, tutela dei consumatori e reati informatici e affidata agli agenti della Squadra mobile e del commissariato Sempione. I titolari dell'agenzia, che si occupa di intermediazione per pratiche auto, patenti, ottenimento dello Spd e simili, si facevano profumatamente pagare, tra i 200 e i 250 euro, in cambio di un rapido rilascio del passaporto grazie appunto alla possibilità di andare in commissariato nel giro di pochi giorni. Tra settembre 2022 e luglio 2023 avevano bloccato oltre 2mila appuntamenti, prenotandoli sul sito «passaportonline» della polizia attraverso le generalità proprie, di familiari e conoscenti, di clienti passati (ignari), di personaggi noti o di fantasia. A dati reali come Spid o codici fiscali erano affiancati nomi fittizi: Zorro, Tempesta, Falso Falso, Al «Calone (sic, ndr)», Pirla, Ornella Vanoni, Finto Boh...

Nel momento in cui un cliente comprava il «servizio», gli indagati sostituivano sulla «agenda elettronica» del sito il nome falso con quello del vero richiedente che poi si presentava regolarmente allo sportello. In questo modo l'agenzia avrebbe guadagnato più di 300mila euro. Le finte prenotazioni non hanno danneggiato la funzionalità del sito, ma hanno contribuito a saturare l'agenda, che risultava quindi «sold out». Tra l'altro quando gli indagati non riuscivano a vendere gli appuntamenti già prenotati, non provvedevano a cancellarli, impedendo ad altri cittadini di subentrare.

La Questura di Milano ricorda ai cittadini che, qualora sussistano motivi di urgenza (dovuti a lavoro, salute,

studio o turismo) adeguatamente giustificati e nel caso che tali esigenze siano incompatibili con la tempistica del sistema di prenotazione online, può essere effettuata gratuitamente una richiesta di appuntamento urgente.

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