Politica

I boiardi grillini rischiano il posto

Pd e Iv puntano a sostituire in corsa i vertici Inps, Anpal e Rai

I boiardi grillini rischiano il posto

Ascolta ora: "I boiardi grillini rischiano il posto"

I boiardi grillini rischiano il posto

00:00 / 00:00
100 %

Il rinnovo (che dovrebbe arrivare domani) dei vertici delle aziende pubbliche non è l'unica partita aperta nel governo. C'è un altro fronte caldo che dà tormenti (in piena emergenza coronavirus) all'esecutivo guidato dall'avvocato del popolo Giuseppe Conte: l'assalto che da settimane portano avanti Pd e renziani contro i manager grillini. Tre poltrone (non in scadenza) sono finite nel mirino dei due partner dell'alleanza giallorossa: la guida di Inps, Anpal e Rai. Pd e Iv non hanno deposto l'ascia di guerra contro i tre tecnici grillini. E spingono per un riequilibrio del potere nelle tre aziende, prima della scadenza naturale del mandato.

La partita più delicata si gioca in Rai: l'amministratore delegato, Fabrizio Salini, scelto in quota 5 stelle all'epoca del governo gialloverde, non gode della fiducia del Pd. Nicola Zingaretti e i ministri dem rimproverano all'ad dell'azienda del servizio pubblico radiotelevisivo l'enorme spazio concesso sulla tv di Stato al M5s. Una sproporzione che andrebbe riequilibrata alla luce del nuovo patto di governo tra democratici e Cinque stelle. Il manager grillino resiste. Ma dal Nazareno cresce la spinta per un cambio di linea editoriale, che favorisca una maggior presenza dei politici dem in tv.

Altra poltrona traballante è quella di Pasquale Tridico, ex consulente del ministro grillino Luigi Di Maio, piazzato alla guida dell'Inps. Il disastro sui bonus (con il sito in lockdown) è stata l'occasione per aprire il fuoco. Il vertice dell'Inps è un pallino dei renziani: l'assalto è partito. Gli uomini di Matteo Renzi vogliono la testa di Tridico. Non si accontentano di qualche poltrona nel Cda ma puntano alla defenestrazione del presidente per mettere le mani sull'Inps. Non sta trascorrendo giorni tranquilli un altro ex consulente del ministro degli Esteri: Domenico Parisi, l'ispiratore del reddito di cittadinanza, premiato con la presidenza dell'Anpal, l'agenzia nazionale politiche attive lavoro. Una gestione che Pd e renziani considerano fallimentare su tutta la linea: la fase due del reddito cittadinanza (il percorso di inserimento nel mondo del lavoro dei beneficiari del sussidio) non è mai partita. Ai dubbi sulla gestione amministrativa si aggiungono accuse pesantissime su spese e viaggi da parte di Parisi. Un atto di sfiducia messo nero su bianco in un'interrogazione parlamentare presentata da Chiara Gribaudo per la Camera e Tommaso Nannicini e sottoscritta da tutti i componenti dem delle Commissioni Lavoro. Il prof della cerchia grillina, tra un viaggio e l'altro negli Usa, si è difeso. Ma resta l'atto, politicamente forte, di sfiducia da parte dell'azionista del governo Conte contro il vertice di un'agenzia dello Stato. C'è da scommettere che nelle prossime settimane il pressing di Pd e renziani sul premier per ottenere un riequilibrio nella lottizzazione di Stato aumenterà. Intanto sembra quasi chiusa (salvo sorprese dell'ultimo istante) la partita sulle aziende di Stato.

Domani dovrebbero arrivare le designazioni con una spartizione in stile Prima Repubblica: Alessandro Profumo e Luciano Carta (Leonardo), Claudio Descalzi e Lucia Calvosa (Eni), Francesco Starace e Michele Crisostomi (Enel), Matteo Del Fante e Bianca Maria Farina (Poste), Stefano Donnarumma e Valentina Bossetti (Terna), Paolo Simioni e Francesca Isgrò (Enav), Guido Bastianini e Patrizia Greco (MPS).

Commenti