I cardinali frenano: "Serve più tempo"

Domani doppia congregazione: "Tutti vogliono parlare". E i tempi si allungano

I cardinali frenano: "Serve più tempo"
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Il Conclave sarà breve: due-tre giorni, dicevano alcuni cardinali qualche giorno fa. No, servirà tempo. Non siamo ancora pronti, ribattono altri porporati in Vaticano. Le idee quindi non sono ancora chiare e tutto è aperto. Oggi si terrà l'ultima messa dei Novendiali, in suffragio a Papa Francesco. Non ci sarà la Congregazione dei cardinali, ma considerato che «tutti vogliono parlare» domani se ne terranno due. Sempre domani, ci sarà il giuramento degli officiali e degli addetti in vista del Conclave, mentre il 6 maggio i cardinali occuperanno le loro stanze a Santa Marta. I lavori di sistemazione della Domus terminano proprio oggi. E anche una parte dell'edificio di Santa Marta vecchia, adiacente, accoglierà i cardinali.

Si entra nella settimana clou in vista dell'elezione del nuovo Papa. Il Vaticano ha intanto diffuso le immagini dei preparativi nella Cappella Sistina: operai al lavoro per l'allestimento, banchi posizionati sopra una pedana di legno per non rovinare il pavimento e restauratori attenti ai capolavori presenti nello scrigno dei Musei Vaticani, dove il 7 maggio, al pomeriggio, inizierà il Conclave.

«Lo Spirito Santo ha già deciso, ma noi non siamo ancora pronti ha detto il cardinale Jean Paul Vesco, arcivescovo di Algeri - Abbiamo bisogno di più tempo per pregare». E se il primate di Argentina, Vicente Bokalic Iglic, assicura come «il desiderio è che il nuovo Papa che stiamo cercando sia in continuità con Francesco», per il cardinale Fernando Natalio Chomalì Garib «tutto è aperto. Abbiamo 133 nomi». Convinto che non sarà un Conclave lampo anche il cardinale Claudio Gugerotti, secondo cui «siamo dei fiori, un po' da innaffiare, ma dei fiori». Per mercoledì sboccia qualcosa? «Per mercoledì come fa? È da dopo mercoledì che deve sbocciare ribatte incalzato dai giornalisti - Chi lo sa? Lo Spirito Santo fa degli scherzi, non sappiamo mai». Di sicuro c'è che «serve tanta acqua». Anche altri cardinali, al termine della Congregazione di ieri hanno fatto intendere che non c'è ancora un consenso sul nome del prossimo Papa. «Quanto durerà il Conclave non lo sappiamo, attendiamo che il Signore ci indichi la strada», sottolinea da parte sua l'arcivescovo di Singapore, William Seng Chye Goh. «Riconosciamo ciò che ha fatto Bergoglio, ma nessun Papa è perfetto, nessuno può fare tutto. Troveremo la persona giusta per succedere a San Pietro».

Proprio per intensificare il dibattito e conoscere le differenti posizioni («tutti vogliono parlare», ha riferito il direttore della sala stampa Matteo Bruni) domani si terranno due Congregazioni dei cardinali: una alle 9 e una alle 17. Nella riunione di ieri, è emerso l'auspicio che «il prossimo Papa sia profetico e non si chiuda nel Cenacolo ma esca e porti luce al mondo che ha disperatamente bisogno di speranza, citando il tema del Giubileo».

Per quanto riguarda invece gli aspetti finanziari, Bruni ha assicurato che non c'è alcun aiuto da parte di sponsor per finanziare i lavori e i costi del Conclave. Per la copertura delle spese e l'autorizzazione di tutta la gestione economica è incaricato il Camerlengo, il cardinale Farrell.

Ieri sera, infine, l'appello del cardinale Angel Fernandez Artime, nell'omelia della ottava messa dei Novendiali. «Siamo chiamati a essere nel mondo un segno credibile e luminoso del Vangelo e dei suoi paradossi, senza conformarci alla mentalità di questo secolo ma confermando e rinnovando sempre il nostro impegno».

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