Crescono i numeri, e con essi cresce la paura per una spagnolizzazione dell'Italia. Il virus che sembrava sconfitto muovendo di nuovo la coda e ha l'accento straniero. Si profila un agosto di tintarelle e ansie, non necessariamente in quest'ordine.
Ieri 386, il dato più alto dal 12 giugno, quando furono 393. Mercoledì erano stati molto meno, 289. I tamponi sono stati 61.858. E a pesare sono i focolai provocati da immigrati e stranieri tornati dai paesi d'origine. Un dato confermato anche daFrancesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani di Roma: «È cambiata completamente la carta d'identità del contagiato. Oggi è molto più giovane, poiché l'età media si è abbassata soprattutto nell'ultimo mese: il 52 per cento sono persone che vanno dai 18 ai 50 anni. E spesso non è italiano. Anzi solo nella giornata di oggi (ieri, ndr) i non italiani fra i contagiati sono un terzo. L'altro ieri erano quasi i due terzi».
Colpisce il fatto che la regione con il maggior numero di nuovi casi sia il Veneto (112 a fronte di 12.388 tamponi), ciò che si spiega con le 131 positività registrate negli ultimi giorni su 330 migranti ospitati in un centro di accoglienza dell'ex caserma Sereni di Treviso. Un focolaio che, secondo il sindaco di Treviso Mario Conte, «genera un danno incalcolabile, anche in termini di immagine, al nostro territorio del quale lo Stato dovrà rendere conto». Al secondo posto l'inesorabile Lombardia con 88 casi a fronte di 11.207 tamponi (17 casi a Bergamo, 17 a Brescia e 15 in provincia di Milano, con 6 casi a Milano città). Seguono la Sicilia con 39 casi (anche in questo caso gravano le positività riscontrate tra i migranti), poi altre sette regioni sopra quota dieci, sei regioni con un numero di casi inferiore a 10 e soltanto cinque regioni a zero: Umbria, Sardegna, Valle d'Aosta, Molise e Basilicata.
Scendono ancora i decessi, ieri appena 3, contro i 6 di mercoledì e i 12 di martedì. Le vittime arrivano da Emilia-Romagna (2) e Lazio. Tornano a zero quindi i decessi in Lombardia. Le persone attualmente positive sono 12.230, delle quali 11.435 in isolamento domestico, 748 in reparti ospedalieri ordinari e 47 in terapia intensiva, con un aumento di 9 unità rispetto a mercoledì.
Insomma, c'è poco da stare tranquilli. Lo segnala anche la fondazione indipendente Gimbe, che ieri ha reso nota l'analisi dei dati relativi alla settimana dal 22 al 28 luglio, che evidenzia un incremento dei nuovi casi (da 1.408 a 1.736, con una crescita del 23,3 per cento), a fronte di un lieve aumento del numero di tamponi diagnostici (+17.859, con un +10,4 per cento) e di quelli totali (+28.080, +9,3 per cento). Preoccupato anche il Comitato tecnico scientifico del governo, che invoca «la massima attenzione da parte di tutti».
«Il trend dei contagi è in crescita ed esiste il rischio che la situazione possa sfuggire di mano come avvenuto già in altri paesi europei ed extraeuropei». Per questo secondo il Cts occorre «massima attenzione» nel rispetto delle misure di prevenzione, dal distanziamento sociale all'uso della mascherina fino al divieto di assembramento.
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