Coronavirus

I casi tornano a crescere. Ma per la prima volta calo in terapia intensiva

Ieri 29.003 nuovi contagi con 232.711 test Il tasso di positività al 12,4%, 822 i decessi

I casi tornano a crescere. Ma per la prima volta calo in terapia intensiva

Chi si aspettava buone notizie dal bollettino di ieri, soprattutto gli aperturisti incalliti, non le ha avute. Per niente. Quasi tutti i valori sono peggiorati rispetto al giorno precedente e ciò induce a prudenza. La guerra non è (ancora) finita.

Contagi

Mercoledì erano 25.853, ieri sono risaliti a 29.003, il numero più alto dallo scorso 21 novembre. Il numero di contagi totali supera in questo modo la quota di un milione e mezzo, toccando i 1.509.875 casi dall'inizio dell'emergenza. I contagiati attuali sono 795.845 e tornano così a crescere di 4.148 unità.

Tamponi

Ieri una performance buona ma non eccezionale: 232.711 i test messi a referto, il numero più alto dai 237.225 del 21 novembre, lontano rispetto al record di 254.908 del 13 novemnre. Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 21.188.898 tamponi su un totale di 12.623.390 soggetti differenti.

Indice di positività

Il rapporto tra contagi e tamponi effettuati produce un indice del 12,46 per cento, il più alto degli ultimi tre giorni (mercoledì era dell'11,24). Il record della seconda ondata è del 16 novembre (17,92 per cento).

Ricoverati

Scendono. I ricoverati totali erano 38.161 e sono 37.884, con un calo di 277 unità, che si giustifica soprattutto con la diminuzione dei sintomatici che si trovano in reparti ordinari (da 34.313 a 34.038, meno 275). Ma scendono anche le terapie intensive, anche se solo di due unità (da 3.848 a 3.846). Si tratta di una circostanza di grande importanza pratica e simbolica. Era dal 26 ottobre, esattamente un mese prima, che non c'era il segno meno davanti al numero delle terapie intensive (-24) e la curva era costantemente in aumento dai primi di agosto.

Morti

Brutte notizie. Crescono di cento unità tonde tonde rispetto a mercoledì (822 contro 722) e fanno registrare il secondo risultato più alto della seconda ondata dopo gli 853 del 24 novembre e il quinto della serie storica se si prende in considerazione anche la prima ondata. Il record assoluto restano le 969 corci dello scorso 27 marzo.

Regioni

Molto importante come sempre la distribuzione territoriale dei vari dati. Per quanto riguarda i nuovi contagi il record è della Lombardia con 5.697, davanti a Veneto (3.980), Campania (3.008), Piemonte (2.751), Lazio 82.260) ed Emilia-Romagna (2.157). La Lombardia vanta però anche il maggior numero di tamponi (44.231), davanti al Lazio con 25.908, alla Campania con 23.761 e al Piemonte con 22.418. Questo produce un indice di positività che ormai in Lombardia è pochissimo al di sopra della media nazionale (12,88 contro 12,46). La regione che preoccupa di più da questo punto di vista è il Veneto (20,79), davanti a Marche (17,87), Sicilia (15,37), Calabria (15,22) e Puglia (14,94). Le regioni messe meglio sono Val d'Aosta (5,36), Trentino (6,87), Umbria (7,16), Toscana (7,95) e Lazio (8,72).

Importante il dato che riguarda le terapie intensive in Lombardia, con una diminuzione di 8 unità (da 942 a 934) anche se resta nettamente la regione con il maggior numero di posti di emergenza occupati (dietro il Piemonte con 403). In Lombardia scendono anche i ricoveri totali (-126) e i ricoveri in reparti ordinari (-118).

Resta però il record dei morti, 207 solo ieri (erano 155 mercoledì), davanti a Piemonte, Veneto e Toscana con 72.

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