Elezioni politiche 2022

I cinque segreti di una rimonta

​Giorgia Meloni ha impartito una lezione dura e importante alla classe politica italiana, portando FdI dal 4 al 26%

I cinque segreti di una rimonta

Giorgia Meloni ha impartito una lezione dura e importante alla classe politica italiana, portando FdI dal 4 al 26%. Qualcuno l'ha già fatto, si dirà, e fu altrettanto ammirevole, ma qui ci sono anche esperienza e intelligenza politica. Certo, hanno giocato la collocazione destra/sinistra e i programmi, sebbene questi ampiamente sovrastimati dai commentatori rispetto alla percezione che di essi ha la gente comune, ma non sono l'unica e forse nemmeno la spiegazione maggiore. No, una ragione forte del successo è nel modo di porsi agli italiani, perché in campagna elettorale la politica è comunicazione.

Innanzitutto, un linguaggio chiaro: soggetto, predicato e complemento. Tutti capiscono cosa dice. Bianco e nero, di qua o di là. Nessuna sofisticazione o bizantinismo. Si dirà che la realtà è più complessa, che ci sono dei distinguo, le 50 sfumature di grigio. Sì, l'hanno detto e fatto e i risultati sono usciti dalle urne. La lezione è che la gente ha pochi minuti per cogliere un messaggio, mentre sta facendo altro. Chi fa comunicazione sa bene che il successo è riuscire a concentrare messaggi anche profondi in pochi secondi, in uno slogan.

L'altra lezione è sulla scelta dei temi: vinci se parli alla gente di ciò che sanno e di ciò che importa. Puoi avere una posizione o il suo contrario, d'accordo, ma se sono cose distanti fai fatica a catturare l'attenzione, quando va bene. Se invece la catturi è peggio, perché dai l'idea di vivere su un altro pianeta, ed è finita. Per il Pd questo è accaduto già alla fine del secolo scorso e ancora là stanno.

Un'altra arma è la coerenza, che pesa più quando manca che quando c'è. Si costruisce sui contenuti, sì, ma è altra cosa, è affermazione di leadership. Quella che aveva chiesto Calenda al Pd alla fine del governo giallo-verde. Chissà?

Fondamentale poi è il coraggio, quello ad esempio di entrare dentro i tabù del pensiero unico, del politically correct, per affermare che c'è differenza tra corretto e giusto. Anche qui, a prescindere dai contenuti, si intercetta quel senso dilagante di soffocamento della ragione e del suo prodotto principale, la critica, in ossequio a idee staccate da quella realtà che pure pretendono di plasmare. Erano molti secoli che in Occidente non si osservava un simile oscurantismo e molti ne soffrono.

Ultimo ma non ultimo, l'energia fisica che comunica impegno e trascina, la carica emotiva che stabilisce un legame con chi si sbatte da mane a sera, contrapposta ai toni compassati e misurati da salotto. La postura algida, ragionata e sicura non ha premiato con l'elettore che di sicurezze ne ha poche, ricco o povero che sia.

In definitiva, guadagnare 20 punti da un'elezione all'altra è una lezione per tutti. Se poi viene da una donna, giovane e con alcune lacune di immagine su cui non le sono stati fatti sconti, diventa un capolavoro.

Fare spallucce e non cogliere la forte indicazione sul metodo non fa che allontanare ancor più gli elettori.

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