da Ascoli Piceno
Anche una bolla di sapone spaventa i bambini feriti del terremoto. Una bolla più grande, che scoppia più vicino. Anche un applauso dopo che le candeline sono spente. È il rumore. Lo scoppio. Qualcosa di troppo forte e di troppo vicino. Qualcosa che turba la quiete.
Vivono nel silenzio, brusio di cartoni animati, bisbigli di mamme, i bambini del reparto di pediatria di Ascoli Piceno, i bambini che hanno ingoiato polvere e si sono rotti le gambe. Hanno bisogno di delicatezza, di movimenti lenti, che niente sparisca come sapone gonfiato, loro che sono rimasti sotto le macerie nel buio dopo che tutto il mondo gli è esploso addosso. La dottoressa Lilli lo sa. Naso rosso da pagliaccio, sa che deve controllare la direzione delle bolle, e, se si avvicinano ai bambini, soffiarle via con la bocca, come se fosse un drago. Bolle, non vi permette di esplodere davanti ai bambini. «Ma ce l'avete il rosso per il naso? E la candela di Frozen? Ma come? Non c'è la candela!».
Farfalle sulle guance, capigliature strampalate, le clown sono esseri imprevedibili e leggeri. Dal giorno del terremoto non lasciano i bambini feriti. La dottoressa Lilli si aggira tra i cartoni dei giochi con i codini di ordinanza. «Due bimbi mi hanno detto che somiglio a una loro amichetta che non c'è più».
Come omini neri serpeggiano tra le stanzette i sensi di colpa e i rimorsi. Un bambino si continua a chiedere perché non è riuscito a salvare i suoi amichetti, come se avesse dovuto prendere sulle sue spalle piccole il peso di un destino smisurato. E chissà se succederà anche a Giorgia, la festeggiata.
Giorgia, la bambina di quattro anni recuperata ad Arquata del Tronto dopo sedici ore sotto le macerie. Giorgia trovata abbracciata alla sorellina Giulia che l'ha coperta con il corpo. La mamma ha detto a Giorgia che Giulia è volata in cielo proprio il giorno del funerale nella palestra-chiesa, che poi era il giorno del compleanno di Giorgia. E la piccola ha voluto che su una maglietta con tutti i nomi dei bambini del reparto di Ascoli ci fosse scritto anche quello di Giulia, con bel cuore intorno.
Palloncini in ogni stanza per le festa. Come se tutti fossero Giorgia che compie gli anni. E un po' è anche così. L'associazione delle clown si chiama Il sole di Giorgia. La Giorgia dell'associazione è una bambina che non c'è più, ma il cui ricordo guida un lavoro eccezionale. La compagna di stanza della piccola, anche lei salvata dalle macerie, si chiama Giorgia ed è un po' più grande. Nel reparto ci sono altre due Giorge.
«Non ci possiamo credere», strabuzzano gli occhi i pagliacci. Sono tutti bambini miracolo, e quindi tutti hanno in fondo lo stesso nome, come se Giorgia significasse vita.
Di stanza in stanza, perché quasi nessuno si può alzare per le ferite, le clown fanno giocare Alberto, Emiliano, Agnese e tutte le Giorge. Carte, lettura di favole, disegni. Ma senza chiedere mai chi stanno disegnando, perché potrebbero essere persone che non ci sono più.
Alla più piccola è stato spiegato il dolore più grande della sua minuscola esistenza anche attraverso le bambole: «Elsa è la bambina di Frozen salvata dalla sorellina Anna che le insegna che l'amore è più forte di tutto». Giorgia inizia a parlare, ma tante cose la fanno piangere.
Anche un applauso può essere un'emozione che spaventa, questi bambini sono come strumenti che risuonano ancora dopo un tocco forte. Ma ora si ride con Titti, Lilli, Frittella e Fischietto. È festa, si gioca a vivere e si cacciano i rimorsi. Rimorsi via, non vi permettete di avvicinarvi ai bambini.
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