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I contatti di Conte con Letta e Bettini: così la sinistra prepara le sue mosse

Il leader del M5S spera nell'intesa con il Partito democratico sulla partita del Quirinale e sulla legge elettorale. Ecco le possibili strategie di grillini e dem

I contatti di Conte con Letta e Bettini: così la sinistra prepara le sue mosse

Ci sono sempre più punti interrogativi sui rapporti futuri dell'asse giallorosso. Anche perché Giuseppe Conte è già alle prese con un'impresa ardua: rilanciare l'azione del Movimento 5 Stelle. Una creatura politica animata da diverse correnti di pensiero, divisa da malumori che sui territori hanno prodotto risultati molto deludenti. Di certo non ha aiutato l'ambiguità dell'alleanza con il Partito democratico: nelle grandi città come Milano, Roma e Torino non è stato presentato un candidato comune, dando agli elettori l'immagine di rapporti frammentari e occasionali. Ora c'è un bivio: proseguire insieme e allargarsi ad altre forze politiche o intraprendere ognuno la propria strada?

I contatti di Conte

Ovviamente Conte vuole vederci chiaro. Non a caso il Corriere della Sera parla di contatti telefonici con Enrico Letta e Goffredo Bettini. Un'occasione per sondare le reali intenzioni del Pd e preparare le mosse in vista dei prossimi appuntamenti politici che si riveleranno cruciali non solo per la vita del governo, ma anche (e soprattutto) per il futuro dei vari partiti. I colloqui però non sembrano essere stati decisivi: anche al Nazareno c'è una forte incognita sulle prossime strategie da mettere in campo.

Come vi abbiamo raccontato, il nuovo Ulivo ha iniziato a mostrare le sue prime spine. Da una parte la partita per il Quirinale è quella più delicata e meritevole di maggiore studio per non farsi trovare impreparati e sfaldati; dall'altra il dibattito sulla legge elettorale potrebbe entrare presto nel vivo. Due fronti su cui il leader del M5S cerca l'intesa con il Partito democratico, consapevole che l'unione dei giallorossi può rappresentare un punto di vantaggio nel pallottoliere dei numeri.

La corsa per il Colle

Tra le varie possibilità legate alla corsa per il Colle vi è quella di Mario Draghi. L'approdo dell'attuale premier al Quirinale potrebbe spingere verso le elezioni anticipate. Si tratta di un'ipotesi che una parte del Pd non esclude a priori. "Dobbiamo essere pronti a ogni evenienza", è in sostanza il ragionamento di chi non considera un tabù il ritorno alle urne. Senza dimenticare che tra i 5 Stelle c'è chi teme che Conte possa strizzare l'occhio alla fine anticipata della legislatura. In tal senso occorre ricordare che l'asse tra l'avvocato e Bettini appare più solido rispetto a quello con Letta.

La legge elettorale

Se l'esperienza di governo dovesse proseguire si presenterebbe il nodo della legge elettorale. In molti sono convinti che alla fine resterà quella attuale, ma va detto che il Rosatellum potrebbe spingere i grillini a un'alleanza forzata che finirebbe per scontentare una buona quota di elettori pentastellati. Goffredo Bettini, intervistato da La Repubblica, non ha fatto mistero di preferire invece il proporzionale: "È il momento di ragionarne con serenità e senza preconcetti". Con la speranza che cadranno i veti e i controveti tra Giuseppe Conte, Carlo Calenda e Matteo Renzi.

Bettini auspica infatti di unire le tre grandi famiglie politiche (socialisti, popolari e liberali) per proseguire l'esperienza Draghi tenendo fuori i sovranismi. Un campo largo delle forze democratiche "in grado di reggersi su tre gambe". Ma va registrato che lo scontro a distanza tra Movimento 5 Stelle, Azione e Italia Viva non lasciano presagire nulla di buona in questa direzione. La sensazione è che il Partito democratico sarà chiamato a decidere: stare con Conte o abbandonare l'asse giallorosso. E così anche la "nuova Cosa di sinistra" lanciata da Bersani perde terreno.

Proprio come il progetto del nuovo Ulivo che rischia di rimanere secco.

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