I diritti acquisiti non si toccano: in arrivo la "14esima" allargata

Gratuita l'uscita per chi è in difficoltà e i redditi bassi

I diritti acquisiti non si toccano: in arrivo la "14esima" allargata

Roma. Sulla base di quanto emerso negli ultimi giorni dalle dichiarazioni degli esponenti del governo (dal premier Renzi al ministro dell'Economia Padoan a quello del Lavoro Poletti per terminare con il sottosegretario Nannicini), il quadro attuale del capitolo pensioni si può riassumere secondo tre direttrici.

SALVI I DIRITTI ACQUISITI

Come ha spiegato lo stesso sottosegretario Nannicini «il rischio di mettere le mani nelle tasche sbagliate è troppo grosso». Dunque nessun ricalcolo sulle pensioni retributive in essere, nemmeno a livello parziale, anche nel caso in cui la loro erogazione avesse superato di gran lunga i contributi versati durante la vita lavorativa. Discorso diverso, invece, per le super pensioni. Come ha ricordato il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, alla fine di quest'anno scade il «contribuito di solidarietà» (istituito dal governo Letta con la Stabilità 2014) per le pensioni di importo superiore ai 90mila euro lordi annui che, in alcuni casi, ha aumentato la tassazione fino al 61 per cento. La misura non è replicabile e probabilmente incontrerebbe l'opposizione della Consulta, ma non è da escludere a priori una qualche misura sulle poche migliaia di assegni di importo elevato.

APE, L'ANTICIPO PENSIONISTICO

La legge di Bilancio 2017 conterrà l'Ape (l'anticipo pensionistico), ossia la possibilità di ritirarsi dal lavoro con massimi tre anni di anticipo dall'anno prossimo. I primi beneficiari saranno i nati tra il 1951 e il 1953 che potranno lasciare l'impiego prima di aver compiuto 66 anni e 7 mesi, chiedendo fino al 95% dell'assegno spettante. Per coloro che provengono da situazioni di lunga disoccupazione, che sono coinvolti da operazioni di ristrutturazione aziendali o che hanno situazioni personali e familiari di disagio, il costo della misura sarà molto basso se non nullo in caso di redditi bassi. Chi invece vorrà uscire dal lavoro in maniera volontaria dovrà accettare una penalizzazione comprensiva della restituzione su base ventennale del prestito pensionistico (che verrà erogato tramite Inps da una banca o da un'assicurazione) e dell'assicurazione contro il rischio di morte prematura. Penalizzazione che parte da un 5-6% della pensione lorda ma che può raggiungere anche l'8 per cento. Di qui la possibile di accoppiare l'Ape con un anticipo della pensione integrativa (la cosiddetta Rita).

QUATTORDICESIMA «ALLARGATA»

La misura per elevare l'importo delle pensioni

più basse dovrebbe coincidere con un allargamento della platea che beneficia della «quattordicesima» da 9,786 euro a 13mila euro annui. Il bonus varierebbe da 300 a circa 500 euro a seconda degli anni di contributi versati.

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