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I fantasmi di Salvatore e quei segnali ignorati. "Tragedia evitabile"

Le crisi dell'uomo, le urla di lei e le tante liti. "Problemi evidenti"

I fantasmi di Salvatore e quei segnali ignorati. "Tragedia evitabile"
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Precedenti episodi di violenza denunciati non ce n'erano stati, ma i vicini di casa della coppia e le voci di paese descrivono una situazione familiare decisamente non serena, dove i segnali da cogliere non sarebbero mancati. Anche se nessuno immaginava un epilogo così drammatico.

"Una tragedia evitabile", azzarda un uomo che preferisce rimanere anonimo. "La famiglia - continua il suo racconto - era nota in paese per situazioni di disagio e conflitti ricorrenti, con evidenti problemi sociali e personali. Le urla di lei si sentivano ogni settimana, non è credibile fingere di non sapere nulla". A Paupasi sono in molti a dire che Salvatore Ocone era una persona con problemi manifesti.

Dell'agricoltore si ricorda quella volta in cui si spogliò in piazza davanti alla chiesa: un gesto che fece scalpore e che lo fece finire in cura. Altri sottolineano che quando il 57enne stava male e aveva le crisi, si rifugiava nelle chiese della zona. "Lui soffriva di depressione, però era una persona tranquilla, almeno sembrava tranquilla. Poi non so cosa gli sia successo, quello che gli è scaturito. Ma non aveva tendenze aggressive, in alcun modo. E che io sappia non c'erano stati episodi di violenza precedenti", spiega una vicina di casa della coppia. Le liti tra i due c'erano, ma come in tutte le coppie. E i problemi di depressione che c'erano stati in passato, sembravano risolti. Ocone era considerato un uomo mite, anche se psicologicamente fragile. "Era un gran lavoratore. Non era seguito dai servizi sociali del Comune, non aveva mai manifestato alcuna necessità in tal senso. La situazione familiare sembrava tranquilla, probabilmente non abbiamo colto qualche segnale che si è manifestato in questi ultimi giorni", spiega il sindaco di Paupisi, Salvatore Coletta. Lei invece era una "donna energica, forte e determinata". "Non c'era nulla che potesse lasciar presagire quanto avvenuto - racconta Coletta - ero stato con loro a una festa qualche sera fa e non c'erano segnali che potessero far immaginare qualcosa del genere, nessun segno di disaccordo tra loro. Dovevano festeggiare a giorni i 25 anni di matrimonio, figuriamoci se qualcuno poteva pensare a una tale tragedia".

La coppia frequentava la parrocchia di Santa Maria del Bosco. Don Cosimo Iadanza li conosceva da un anno: "Brave persone, lui un gran lavoratore, era una persona che all'apparenza si è sempre posto in maniera educata nei confronti degli altri. Conoscendolo, non si riesce a pensare che si sia trattato di un gesto premeditato.

Forse noi come comunità, e io stesso come sacerdote, dovremmo un po' interrogarci su come imparare a essere più sensibili a cogliere certi segnali. È già di per sé qualcosa di difficile, figurarsi quando le persone tengono sempre al di fuori dell'opinione pubblica certi problemi personali".

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