«Ora il Parlamento sia responsabile», twitta il capogruppo Pd Ettore Rosato, subito dopo l'approvazione del Rosatellum nella Commissione Affari costituzionali di Montecitorio.
L'iter della nuova legge elettorale è stato finora spedito e privo di incidenti di rilievo, grazie alla forte maggioranza che la sostiene: Pd, Forza Italia, Lega, Ap, Ala, Scelta civica. Ma il difficile arriva adesso: grazie ad una delle tante anomalie dello stravagante bicameralismo all'italiana, il regolamento della Camera autorizza il voto segreto su emendamenti e articoli delle leggi elettorali (mentre il Senato lo impedisce). Una manna per i franchi tiratori che, protetti dall'anonimato, volessero impallinare il provvedimento.
Quanti saranno? Nessuno è in grado di dirlo: «Quando si tratta di leggi elettorali, a voto segreto esplode il personalismo più assoluto - spiega Rosato- tutti coloro che temono di venire penalizzati da un nuovo sistema e di essere avvantaggiati dal precedente proveranno ad affondarlo». Difficile dunque quantificare il rischio, perché casi sono molti e diversificati: ci sono i parlamentari campani di Forza Italia che calcolano di perdere molti degli eletti con il sistema dei collegi, e un problema analogo lo hanno i dem della Lombardia. Ci sono i signorotti delle preferenze che non vogliono rinunciare alla possibilità di giocarsele contro i compagni di lista. Ci sono tutti coloro che temono di non essere ricandidati dalle segreterie dei loro partiti. E via elencando. Da martedì, dunque, nell'aula di Montecitorio si aprirà una vera e propria lotteria del voto, con i partiti che si oppongono al Rosatellum (Cinque Stelle, Mdp, Fratelli d'Italia) sulle barricate, e il silenzioso esercito dei franchi tiratori pronto a dar loro manforte all'ombra degli scrutini segreti.
Per questo i partiti che sostengono il Rosatellum si mantengono cauti nei commenti:: «Abbiamo dato un contributo al paese perchè le leggi le faccia il Parlamento e non la Corte costituzionale, speriamo sia la volta buona», dice il relatore Emanuele Fiano. «Forza Italia, che ha collaborato a migliorare il testo, si dimostra ancora una volta un partito responsabile», sottolinea Francesco Paolo Sisto. Proprio ieri Fi ha incassato la bocciatura dell'emendamento anti-Berlusconi presentato dai grillini, che vietava di indicare come capo di una forza politica chi è ineleggibile.
Ora grillini e bersaniani insorgono, bollando la legge come «truffaldina», «incostituzionale», nonchè prodromo di «grandi ammucchiate». E sperano nelle trappole del voto segreto per abbattere la nuova legge elettorale. Un modo per aggirare i franchi tiratori e portare a casa la legge ci sarebbe, ed è il voto di fiducia. Che a parole tutti escludono («È un argomento che non abbiamo neppure affrontato», assicura Rosato), ma nel quale ancora molti sperano. «Dipende tutto da che clima si creerà di qui a martedì», dice un dirigente Pd. Un altro spiega che la difficoltà non sta tanto nel tema: «C'è già un precedente: abbiamo approvato l'Italicum con la fiducia. E la abbiamo messa persino sul tema delicato dei diritti, come con le unioni civili: nessuno si strappò i capelli».
Qui c'è però un ostacolo rappresentato dalla presenza di due partiti di opposizione (Fi e Lega) nell'alleanza pro Rosatellum: «Sarebbe complicato, per loro, votare la fiducia, ancorchè tecnica», si spiega. E ci sono le forti perplessità fatte filtrare dal Quirinale, che teme contraccolpi per il governo durante la sessione di bilancio. Ma l'ipotesi non è ancora archiviata.
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