"La premiata ditta Conte-Crimi si sta mostrando in grado di non decidere nulla e sbagliare tutto, mentre il premier Mario Draghi chiaramente fa fuori tutti gli uomini vicini a Conte: prima Arcuri, poi Vecchione, ora Battisti e Palermo". Si sfoga così una fonte parlamentare pentastellata che, con ilGiornale.it, commenta le nomine nelle partecipate di Stato decise ieri dal premier.
"Già da un po' avevamo perso la bussola. Adesso però abbiamo perso anche il controllo (delle nomine), e di conseguenza perdiamo pezzi in ruoli chiave", continua la nostra fonte, preoccupata per la situazione interna al M5S. "Non contiamo più nulla", tuona un'altra parlamentare grillina, che aggiunge: "La rivalità di Conte con Draghi ci penalizza e ci mette fuori dai giochi. Draghi se ne frega degli equilibri, va avanti come una ruspa e fa terra bruciata". Il premier, che ha già cambiato il Cts e sostituito Domenico Arcuri con il generale Francesco Paolo Figliuolo come commissario, il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli con il suo predecessore Fabrizio Curcio e il direttore del Dis Gennaro Vecchione con Elisabetta Belloni, ieri ha proseguito il suo repulisti, seguendo fedelmente il "metodo gesuita" che ha ridimensionato il ruolo dei partiti. Domenico Scannapieco, fedelissimo di Draghi, è il nuovo amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti al posto di Fabrizio Palermo (vicinissimo all'ex premier Conte), mentre alla guida di Ferrovie va Luigi Ferraris, ex Enel, Poste e Terna. Ferraris sostituirà Gianfranco Battisti, nominato dal ministro dei Trasporti dell'epoca Danilo Toninelli.
Ma, come fanno notare i beninformati, per la scelta di Ferraris, all'interno del Movimento 5 Stelle Draghi si sarebbe consultato soltanto con Luigi Di Maio lasciando del tutto fuori Giuseppe Conte. Un contatto magari filtrato da Francesco Giavazzi, storico collaboratore del premier chiamato come consigliere. Anche se poi la decisione finale sarebbe arrivata solo dell'ex Bce, magari appoggiato dai suoi fedelissimi. L'ex capo politico grillino avrebbe, dunque, sostenuto Ferraris e nelle ultime ore è scattata la corsa dei suoi a metterci sopra il cappello. Non solo. Ci tengono a far presente che nel consiglio di amministrazione di Ferrovie avrebbe contribuito alla nomina del presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla. In effetti, agli osservatori più attenti non è certo sfuggita una recente partecipazione proprio a un evento organizzato da Federmanager. Il dato politico più evidente, però, è la conferma di come l'avvocato del popolo sia rimasto totalmente escluso dalla partita.
Mentre il "democristiano" Di Maio continua minare la leadership dell'ex premier, in casa Cinque Stelle prosegue la mareggiata che sta travolgendo l'intero movimento. Gli eletti in fibrillazione sarebbero pronti a nuove scissioni.
"Non arrivano risposte da Conte, non arrivano garanzie. Ci sono già almeno due contenitori pronti: Italia più 2050 e Innovare, che potrebbero diventare liste già alle prossime amministrative. A mali estremi...", chiosa un grillino di lungo corso.
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