I limiti della presidenza Trump e il rischio del secolo cinese

La politica di Trump ha allontanato le due sponde dell'Atlantico, ha allentato il legame tra Usa e Europa che è sempre stato la spina dorsale dell'Occidente

I limiti della presidenza Trump e il rischio del secolo cinese
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L'immagine è impressionante. In Cina i maggiori autocrati del mondo da Xi, a Putin al presidente iraniano Pezeshkian al coreano Sin Jong-un firmano una sorta di sodalizio anti-occidentale (l'unico che non ha le stigmate dei tiranni è l'indiano Modi che grazie alla guerra economica di Trump è finito in quella compagnia): è il cosiddetto Sud Globale. Un sodalizio che potrebbe avere, per non dire ha già, una proiezione militare visto che in quel consesso ci sono tutti i paesi che hanno fornito armi allo Zar per la sua guerra all'Ucraina. Al vertice del nuovo ordine mondiale - espressione coniata a Pechino - c'è Xi, esattamente il capo del Paese che The Donald avrebbe voluto emarginare. La foto del fallimento della politica dell'attuale inquilino della Casa Bianca.

L'immagine è ancora più impressionante se si vede l'altra faccia della medaglia, cioè un Occidente diviso e frastagliato. La politica di Trump ha allontanato le due sponde dell'Atlantico, ha allentato il legame tra Usa e Europa che è sempre stato la spina dorsale dell'Occidente. Con la sua politica dei dazi e degli aiuti militari dispensati a suon di dollari agli alleati, il presidente USA ha sostituito il cemento dei valori di libertà e di democrazia con il denaro, il bieco interesse, logorando l'unità ideale di questa parte del mondo. Inoltre con una serie di ultimatum a Putin senza seguito (l'ultimo è scaduto 48 ore fa) per indurlo invano alla trattativa con l'Ucraina, di fatto, ha minato la credibilità dell'intero Occidente. Come ho già scritto su questo giornale ha dato ragione a Mao Zedong dimostrando che l'America e le democrazie del mondo sono "tigri di carta".

Una tragedia per chi crede ancora nell'Occidente. E il dramma peggiore è l'assenza per ora di segnali di ravvedimento. In questo mondo alla rovescia, figlio anche degli errori di Trump, Putin è diventato un abile politico che si porta dietro come il pifferaio magico di Hamelin, alternando aperture e chiusure sull'Ucraina, quello che sulla carta dovrebbe essere l'uomo più potente del mondo mentre Xi si è ritagliato il ruolo di regista occulto, di nuovo Imperatore. Siamo tornati allo Zar di tutte le Russie e al Celeste Imperatore.

Infine le cronache cinesi del vertice del Sud Globale, inutile nasconderselo, hanno dimostrato che l'Europa è sola. È sola ma è anche l'unico lembo della vecchia alleanza che è consapevole del pericolo che l'Occidente sta correndo. Proprio la percezione del rischio dovrebbe spingere i Paesi Ue e l'Inghilterra ad essere uniti. Perché solo l'unità europea, la disponibilità delle democrazie del vecchio continente ad assumersi responsabilità maggiori rispetto al passato, può far aprire gli occhi all'Alleato. Può cambiare il copione di una narrazione che sembra avviata ad un epilogo fatale. C'è bisogno, insomma, che sulla scena del nuovo ordine mondiale oltre all'irrompere del nuovo Sud Globale nasca una nuova superpotenza, cioè unEuropa che abbia contezza dei propri mezzi economici, militari e diplomatici, per dar vita ad un nuovo partenariato occidentale che sollevi un'America stanca di un a parte delle sue responsabilità. In fondo gli errori di Trump sono serviti a metterci di fronte a questa realtà piena di insidie.

Se l'Unione resterà sorda, se continuerà a dividersi, se vedrà gli interessi e gli egoismi nazionali prevalere su quelli europei, l'Occidente è avviato alla decadenza e al tramonto. E al secolo americano seguirà quello cinese.

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