Coronavirus

"I miei 250 supermarket anti-contagio Per tutti mascherine e guanti gratis"

A 82 anni guida uno dei maggiori gruppi di distribuzione alimentare "La mia priorità è garantire la salute ai dipendenti e alla clientela"

"I miei 250 supermarket anti-contagio Per tutti mascherine e guanti gratis"

Marcello Cestaro, 82 anni, veneto di Schio (Vicenza) è un imprenditore all'«antica». Ma nel senso più «moderno» del termine. Un industriale con un grande avvenire dietro le spalle. In controtendenza rispetto a tanti suoi ricchi colleghi: «Io i profitti li reinvestono per creare sviluppo e occupazione. Non c'è soddisfazione più grande per chi fa il mio mestiere».

Il punto di forza? Puntare sulla qualità dei prodotti, ma anche sulla qualità delle persone: «Per me i rapporti diretti con lavoratori, fornitori, clienti restano basilari». Grazie a questa filosofia d'impresa il «Cavaliere», affiancato dal fratello Mario, mantiene saldo il timone di uno tra i colossi italiani della distribuzione alimentare: 250 punti vendita (in un'area che comprende il Nordest, oltre a Umbria, Marche, Lazio e Toscana) più di 7.000 addetti e un fatturato che supera i 2 miliardi di euro. Sogna di crescere ancora, ma «burocrazia» e «certa politica» sono i suoi nemici. Si considera un Vip, ma non nel senso di Very important person, bensì di «Vecchio imprenditore pensionato; «pensionato» si fa per dire.

Uomo passionale, il «Presidente», dal cuore che batte per poche cose, ma fondamentali: la famiglia, i figli, i nipoti, il ricordo dell'amata moglie, l'azienda, i lavoratori, i clienti, sport». Nel basket miete successi; nel football ha invece sbattuto contro pali e traverse (mitica la sua battuta: «Il calcio? Senza giocatori, procuratori e arbitri, sarebbe fantastico»). Tra i suoi cimeli più cari, una vecchia bicicletta con cui da ragazzino pedalava, aiutando il padre. Da allora non ha mai smesso di pedalare. Nel 1963 è tra i fondatori dell'unione volontaria A&O, poi Consorzio A&O italiano; nel 1979 il Consorzio costituisce Selex Gruppo Commerciale, di cui fa ancora oggi parte il Gruppo Unicomm che gestisce i marchi Emisfero, Famila, A&O, Mega, Emi, Hurrà, Cash and Carry e C+C.

Cavalier Cestaro, i supermercati sono in queste settimane di emergenza coronavirus lo specchio dell'Italia: gente in coda che sogna una socialità perduta, chiedendosi quando l'incubo del contagio finirà.

«Finirà. Ma i contraccolpi saranno gravi. Bisogna che lo Stato sostenga i lavoratori che e gli imprenditori virtuosi, non i furbetti. Dobbiamo imparare degli errori del passato».

L'errore più grave?

«Tagliare i finanziamenti alla sanità. Uno Stato che non tutela adeguatamente la salute dei cittadini viene meno al suo compito principale».

È quanto è accaduto in questa tragedia?

«Chi ci governa si è mosso in ritardo. Era necessaria maggiore reattività. Ma ora è inutile guardare al passato, bisogna risolvere i problemi di oggi e proiettarsi nel futuro».

Lei come imprenditore cosa sta facendo in concreto?

«Abbiamo donato un milione di euro all'ospedale Sacco di Milano, 200 mila euro alla Asl di Lodi, sosteniamo Croce Rossa e Protezione Civile. Nei miei supermercati ho creato le massime condizioni di sicurezza tanto per i miei dipendenti, quanto per i miei clienti».

Ad esempio?

«Per tutti all'ingresso mascherine, guanti, gel. E poi assicurazione anti-covid per ogni dipendente, paratie di protezione alle casse, percorsi protetti e preferenziali per gli anziani, personale di assistenza alla clientela, servizio di vendita online e consegne a domicilio. Infine una scontistica extra che integrerà i buoni-spesa promessi dal governo»..

Avete registrato «assalti» agli scaffali?

«Nei primi giorni abbiamo registrato un boom di vendite (+35%), ma ora la gente si è tranquillizzata.

Quali sono i prodotti più venduti?

«Farina e uova. La persone hanno più tempo per rimanere a casa e quindi si dilettano in cucina».

C'è un articolo insospettabilmente ricercato?

«Sì, la tintura per i capelli. Le donne non possono andare dal parrucchiere e quindi optano per il fai-da-te...».

Cosa pensa dei «buoni spesa» varati dal governo per aiutare gli italiani in difficoltà?

«Vanno bene.

Sempre che lo Stato faccia giochetti, dando con la mano destra e prendendo con quella sinistra».

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