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I milioni del governo francese alle ong che boicottano Israele

La Piattaforma delle onlus palestinesi riceve il 40% del budget da Parigi. E spende i fondi facendo propaganda

I milioni del governo francese alle ong che boicottano Israele

La Francia aiuta con milioni di euro ong palestinesi che si battono per il boicottaggio di Israele o sono collegate a gruppi del terrore. La denuncia è saltata fuori in vista della conferenza sul dialogo di pace fra palestinesi e israeliani, domenica a Parigi. Peccato che gli israeliani si siano rifiutati di partecipare e ieri il premier Netanyahu abbia bollato la conferenza come «una truffa palestinese sostenuta dalla Francia».

La Piattaforma delle Ong palestinesi in Francia riceve il 40% del suo budget dal governo per un progetto che punta a influenzare politici, media e pubblica opinione sul conflitto con Israele. E nello stesso tempo la Piattaforma appoggia il boicottaggio contro Israele violando la stessa legge francese. Nel mirino i beni prodotti negli insediamenti ebraici importati in Francia e le banche israeliane. Il governo di Parigi ha elargito 225mila euro alla Piattaforma, nel 2014, per il progetto «Meglio agire per il rispetto dei diritti in Palestina». Partner dell'iniziativa è pure l'associazione Ittijah. Il suo capo nel 2010, Amir Makhoul, è stato condannato a 9 anni di carcere per spionaggio a favore di Hezbollah. Altre 3 Ong coinvolte nel boicottaggio di Israele hanno ricevuto negli ultimi 5 anni quasi 2 milioni di euro dal governo come fondi per diversi progetti.

Il rapporto-denuncia è stato preparato da Ngo monitor un'associazione israeliana specializzata a radiografare gli aiuti, soprattutto europei, a organizzazioni palestinesi che usano come paravento i diritti e l'intervento umanitario per la lotta contro lo stato ebraico.

Le accuse più gravi riguardano i fondi del governo francese ad associazioni collegate al Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp), organizzazione terroristica per gli Stati Uniti e l'Unione europea. L'Ong, Unione dei comitati di lavoro agricolo, ha potuto realizzare un ampio progetto nella zona di Hebron grazie al governo francese e al Consiglio regionale della Costa Azzurra, come principali donatori con 301.176 euro. L'associazione è stata addirittura fondata da membri dell'Fplp e considerata dall'ente di cooperazione Usa «il braccio agricolo» dell'organizzazione terroristica palestinese.

La Francia aiuta anche una nota Ong israeliana, il Centro di informazione alternativa, che accusa lo stato ebraico di «pulizia etnica» e appoggia il boicottaggio dei prodotti lanciato dai palestinesi. Anche questa Ong è accusata dagli israeliani, che controllano il mondo no profit, di collegamenti con il Fronte popolare. Fondi sono arrivati dal governo di Parigi e la presidenza della Repubblica ha insignito il Centro di informazione alternativa del premio «per i diritti dell'uomo».

Un altro caso riguarda la palestinese Al Haq, leader nella campagna di boicottaggio contro Israele. Il direttore generale, Shawan Jabarin, è stato accusato in Israele di collegamenti con il Fronte e non poteva lasciare il Paese. Nonostante ciò il ministero degli Esteri francese ha comunque donato 27.842 euro alla discussa Ong, nel 2015, per aiutarla in attività «nel campo privato e dei diritti umani».

Gerald Steinberg, presidente di Ngo monitor, è secco: «In un momento in cui la Francia è stata scelta per ospitare un vertice dedicato alla pace, questo tipo di sostegno finanziario getta dubbi significativi sulla sua capacità di imparzialità».

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