I minibot non sono un bluff: la Lega li vuole Il rilancio di Giorgetti: "Sono una soluzione"

Per Borghi servono a uscire dall'euro. Salvini: buoni a Monopoli, ma piacciono

I minibot non sono un bluff: la Lega li vuole Il rilancio di Giorgetti: "Sono una soluzione"

Sembra un po' il film, Non guardarmi non ti sento. Questa storia dei minibot è grottesca. Se i Cinquestelle hanno i loro problemucci di comprendonio, anche quelli della Lega non se la passano meglio.

Mentre c'è chi dubita sulla veridicità dei minibot lanciati dalla Lega, che però si trovano anche nero su bianco nel programma elettorale di Salvini premier (la proposta fa anche capolino nel contratto di governo Lega-5 stelle), scambiandoli per meme o fake news o parodie, arriva il commento stizzito di Claudio Borghi Aquilini, presidente della Commissione Bilancio della Camera il principale consigliere economico della Lega - che li ha sempre descritti come «lo strumento da usare per prepararsi a un'ipotetica uscita ordinata dall'euro muovendosi nel perimetro a suo dire - delle regole comunitarie».

Sarebbero titoli pubblici di piccolo taglio (5, 10, 20, 50 e 100 euro), di aspetto simile alle banconote, con cui lo Stato potrebbe pagare i propri creditori e con cui privati e imprese potrebbero pagare beni e servizi legati allo Stato come le tasse, la benzina o i biglietti del treno. A differenza dei bot, i minibot non avrebbero scadenza o tassi di interesse.

Alcuni dei bozzetti dei minibot realizzati proprio dallo stesso Borghi e che ha diffuso sul suo profilo Facebook, già dal 2017, lanciando una specie di sondaggio tra i suoi seguaci, sono per i 10 euro la nota foto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, per i 20 euro una giovane Oriana Fallaci, per i 50 euro l'ex presidente della Repubblica Sandro Pertini e per i 100 euro Enrico Mattei.

Quindi niente bluff, la Lega vuole farli davvero. O, sarebbe meglio dire, li vorrebbe fare. Perché Salvini sembra averci ripensato. Ieri, interrogato sulle nuove banconote, ha risposto: «L'uscita dall'euro non è minimamente nei nostri programmi e nelle nostre intenzioni e le monete alternative le usiamo al Monopoli», escludendo che la proposta dei minibot possa essere il primo passo per un'uscita dall'euro, come invece sostiene da sempre il fido Borghi Aquilini. Salvo poi perdere il filo rispondendo alle critiche di Confindustria: «A me piace quello che piace agli italiani».

Nemmeno la bocciatura del presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, né gli avvertimenti dell'agenzia di rating Moody's, hanno convinto la Lega ad abbandonare l'idea dei minibot come strumenti per pagare

i debiti dello Stato. Il sottosegretario della Lega alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, ha rilanciato anzi che emettere titoli di stato senza interessi rimane una «possibilità». Poche idee, ma ben confuse.

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