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Ruby ter, i legali di Berlusconi: "Via il processo da Milano"

I legali del Cav chiedono di trasmettere l'intero fascicolo al tribunale di Roma. Ma la procura ha dato parere negativo

Ruby ter, i legali di Berlusconi: "Via il processo da Milano"

Via da Milano il processo Ruby ter, chiede Silvio Berlusconi. Attraverso i suoi legali Federico Cecconi e Franco Coppi il Cavaliere ha chiesto oggi al giudice Anna Laura Marchiondelli, davanti alla quale si è aperta l'udienza preliminare, di dichiarare la propria incompetenza territoriale e trasmettere l'intero fascicolo al tribunale di Roma. Il motivo è semplice: il primo dei pagamenti che secondo la Procura servivano a addomesticare i testimoni del caso Ruby avvenne, secondo la ricostruzione degli stessi pm, nella Capitale, dove ebbe per beneficiario il musicista Mariano Apicella, anche lui ospite fisso delle sere di Arcore, che nell'aula del processo principale negò di avere assistito a scene men che dignitose.

La Procura ha dato parere negativo, sostenendo che la competenza deve invece radicarsi nel luogo dove é stato commesso l'ultimo pagamento, ovvero l'ufficio a Segrate del ragionier Giuseppe Spinelli, cassiere personale di Berlusconi. Sarà il giudice Marchiondelli il prossimo 18 marza a decidere su una richiesta di spostamento che, oltre ad allungare sensibilmente la durata del processo, toglierebbe Berlusconi da un tribunale, quello d Milano, da cui non si é mai sentito amato.

Non c'é il clima delle grandi occasioni, oggi al primo piano del tribunale di Milano: eppure quello che si apre oggi è un capitolo cruciale dello scontro ultra ventennale tra la Procura del capoluogo lombardo e Berlusconi. Davanti al giudice Marchiondelli, nell'aula di solito destinata ai maxi processi, si apre l'udienza preliminare a carico del Cavaliere e di altri trenta imputati, per i quali nel cosiddetto processo Ruby ter la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per corruzione in atti giudiziari. La procura, uscita sconfitta dal processo principale, dove l'ex premier é stato assolto con formula piena dalle accuse di prostituzione minorile e concussione, cerca qui la sua rivincita; dal canto suo Berlusconi si trova nella situazione paradossale di rischiare qui una condanna più grave di quella del processo da cui è uscito incolume. Con l'innalzamento di pena introdotto appena in tempo, la sanzione massima per il reato di corruzione giudiziaria è di dodici anni di carcere. E nei confronti del Cavaliere, accusato di avere comprato il silenzio e le bugie delle ragazze che partecipavano alle sue feste, la Procura è intenzionata a usare la mano pesante.

In aula è arrivato poco prima delle dieci Federico Cecconi, il legale che insieme a Franco Coppi assiste Berlusconi in questo processo. Pochi gli imputati presenti: assente il leader azzurro, assente il presidente di Medusa Carlo Rossella, anche lui accusato di falsa testimonianza; assente la gran parte delle Olgettine. E assente almeno per ora la protagonista dell'intera vicenda, Kharima El Mahroug detta Ruby, anche lei accusata di avere mentito sui suoi rapporti con l'allora presidente del Consiglio in cambio di una montagna di soldi: di cui però, nelle carte dell'indagine monumentale condotta dai pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, è stata trovata traccia solo in piccola parte.

Oggi l'udienza sará dedicata alle questioni procedurali. Fino all'ultimo i pm hanno sperato che si aprisse una spaccatura tra gli imputati e che qualcuno tra essi, magari una o due Olgettine, scegliesse la strada del patteggiamento, che avrebbe indubbiamente rinforzato le tesi dell'accusa: ma finora non è arrivata nessuna richiesta in questo senso. Ma arrivando in aula Franco Coppi ha detto che anche se richieste di patteggiamento saltassero fuori, per la difesa di Berlusconi non cambierebbe granché : "Non me ne frega assolutamente niente".

Ma in aula il professore ha confermato di avere, come al solito, quattro o cinque cornetti portafortuna.

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