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I rave nel palazzo riacceso dal cardinale

Discoteca e locali senza permessi. Krajewski: «Aiuto chi è in difficoltà»

I rave nel palazzo riacceso dal cardinale

In quell'enorme palazzo 11mila metri quadri sono destinati ad abitazioni nemmeno troppo di fortuna per 500 persone, tra cui almeno 100 minori, di diciotto nazionalità diverse. Ma il resto, quasi 6mila metri quadri, ospita attività di ogni genere, e anche piuttosto lucrative: un ristorante che certamente non punta alla stella Michelin ma che comunque ha una trentina di coperti; una discoteca in cui sono organizzati anche party piuttosto discutibili come quello «scomodo» celebrato nello stesso giorno in cui a Corinaldo si moriva alla «Lanterna Azzurra» nella calca. Là nelle Marche c'era troppa gente e persero la vita in sei, qui a Roma c'erano perfino delle motociclette in pista e fu solo perché il destino non sa guidare se nessuno si fece male.

Il palazzo in cui accade tutto questo è un falansterio vicino alla chiesa di Santa Croce in Gerusalemme, in una zona medio-alta della capitale, dall'elevato valore immobiliare. È gestito dall'associazione «Spin Time Labs», e con questo nome è ormai noto tra gli abitanti di questa zona un tempo quietamente borghese della città. La sua vicenda fece scorrere qualche lacrimuccia sulle gote delle anime belle della sinistra quando l'elemosiniere del papa, Konrad Krajewski, l'11 maggio scorso mise a frutto il suo passato da elettricista calandosi di persona nella centralina elettrica del palazzo per riallacciare ai condòmini abusivi la luce che era stata staccata cinque giorni prima a causa della morosità, pari a circa 300mila euro. Una cifra quasi pari a quella che si presume l'associazione guadagni dalla gestione totalmente abusiva dei locali privi delle più elementari misure di sicurezza. Secondo Il Messaggero, nel ristorante e soprattutto nella discoteca non ci sono uscite di sicurezza, non sono rispettate le regole igieniche, si fumerebbe impunemente e naturalmente non verrebbero pagate le tasse. Una situazione di totale illegalità che secondo il quotidiano romano sarebbe destinata a finire presto.

Ieri intanto alla Zanzara, trasmissione di Radio 24, il cardinal Krajewski ha rivendicato il suo gesto: «Il mio prossimo è quello che è in difficoltà, anche questo è il Vangelo. Non mi interessa la nazione da cui provengono le persone. Se qualcuno ha bisogno di aiuto, come ogni medico giura di salvare la persona, non gli interessa niente di più».

Il rave dell'elemosiniere.

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