I rimborsi in Lazio inguaiano il Pd: contestati dai pm 2,6 milioni di euro

RomaUn anno e mezzo di indagini e la conferma che il 75% delle spese sostenute dal gruppo Pd alla Pisana nel triennio 2010-2012, e sottoposte al vaglio degli inquirenti, sono risultate indebitamente rimborsate. L'inchiesta della Procura di Rieti sulla gestione delle risorse da parte dei democratici al consiglio regionale del Lazio è, dunque, conclusa a 3 anni di distanza dall'affare Fiorito. Mentre Francone impazzava, la procura di Roma setacciava gli scontrini del gruppo Pdl alla Pisana e l'opposizione Pd guidata da Esterino Montino si indignava chiedendo le dimissioni della Polverini. Pulizia era la parola d'ordine. Ma l'elenco delle spese contestate ai 15 ex consiglieri regionali Pd indagati, 5 dei quali nel frattempo diventati senatori e 2 deceduti, è imbarazzante.

In totale 2,6 milioni di euro distratti dal finanziamento ai partiti, la metà dei fondi che la Regione ha versato al gruppo per quei 3 anni. Peculato, truffa ai danni dello Stato, falsità materiale, i reati ipotizzati. Soldi spesi per battute di caccia, pesce crudo al Pantheon, sagre del tartufo e finanziamenti occulti. E poi fatture gonfiate da imprenditori che poi «steccavano» con gli indagati. In totale 42 indagati, tra cui 23 collaboratori dei consiglieri Pd. I consiglieri all'epoca avevano a disposizione 4190 euro extra (oltre al loro stipendio) per gestire il rapporto con l'elettorato. Eppure, stando alle ricostruzioni, avrebbero usato gran parte di quel denaro per cene in ristoranti di lusso e per comprare auto. Quelle non mancano mai.

In dettaglio, le spese indebitamente sostenute imputate ai consiglieri regionali Pd sono ripartite per «fasce di spesa»: a Mario Mei, Esterino Montino, Carlo Ponzo, Francesco Scalia e Daniela Valentini (entrambi oggi senatori) vengono contestati da un minimo di 50mila a un massimo di 100 mila euro. A Montino inoltre (oggi sindaco di Fiumicino) in qualità di presidente del gruppo Pd alla Pisana viene imputata una spesa di 270mila euro, la stessa contestata a Mario Perilli (che avrebbe speso 4500 euro per la Sagra del Tartufo ad Ascrea) in qualità di tesoriere del gruppo. A un ex consigliere nel frattempo deceduto, a Mario Di Carlo, all'ex capo segreteria del sindaco Marino, Enzo Foschi e a Carlo Lucherini (oggi senatore) da 100mila a 150 mila euro.

Variano invece da un minimo di 150mila a un massimo di 260mila le spese contestate a Bruno Astorre, Tonino D'Annibale, Claudio Mancini, Claudio Moscardelli (oggi senatore), Giuseppe Parroncini e Marco Di Stefano, oggi deputato. Attività che ciascun consigliere avrebbero potuto finanziare con i 4190 euro netti mensili (rimborsi spese), riconosciuti dall'ex art.8 della legge regionale 14, oltre agli stipendi effettivi.

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