I risparmiatori colpiti dal crac delle ex popolari, Vicenza e Veneto Banca, ora si sentono traditi due volte. Prima dalle banche e poi dal governo. Anche dai grillini che non solo sui rimborsi agli azionisti azzerati hanno costruito la loro campagna elettorale con tanto di proteste organizzate a due passi da casa dell'ex patron della Pop Vicenza, Gianni Zonin. Ora non solo non hanno mantenuto le promesse fatte, ma si sono alleati col Pd con il sostegno di Matteo Renzi. E nel Conte Bis hanno anche riportato al Mef come sottosegretario, il veneziano Pier Paolo Baretta che nella rovente primavera del 2017 era in prima linea come sottosegretario di Pier Carlo Padoan nel governo Renzi. Tra Montebelluna e Vicenza adesso l'ex sindacalista della Cisl viene visto come il fumo negli occhi. «Ci sentiamo degli imbrogliati cronici. Il Pd fa il Pd, nel senso che sapevamo già che era il partito dei ricchi e della finanza ma dai Cinque Stelle non ce lo aspettavamo. Hanno rinnegato tutta la posizione programmatica che prevedeva il risarcimento ai risparmiatori e di mettere rimedio alla situazione di mala finanza che sta devastando il Paese. Io stesso sono stato un candidato da indipendente per il movimento. Grazie a noi hanno potuto portare a casa Federico D'Incà che mai sarebbe stato eletto e che ora è ministro per i rapporti con il Parlamento», dice al Giornale l'avvocato Andrea Arman, presidente del «Coordinamento associazioni banche popolari venete don Enrico Torta».
Arman ieri ha partecipato alle assemblee organizzate a Cornuda nel Trevigiano per fare il punto sullo stato degli indennizzi. Da giorni si moltiplicano le indiscrezioni secondo cui la legge che ha dato vita al fondo Fir, dotato di 1,575 miliardi a beneficio dei cosiddetti azionisti azzerati nei crac bancari del 2015-2017, potrebbe essere più o meno rimaneggiata.
Non solo. Nel mirino è anche la modalità con cui accedere alla piattaforma online di Consap per caricare le domande per avere l'indennizzo. Dal 22 agosto ci sono state 13 mila registrazioni, ma sono stati solo 2 mila i risparmiatori che hanno completato l'iter. Sarebbero almeno cinquemila le pratiche bloccate e gli interessati hanno solo 180 giorni di tempo per concludere la procedura: «Il sito del fondo non è strutturato per tutti i profili dei risparmiatori, mancano gli affrancamenti, ci sono voci ambigue.
E se la domanda di rimborso viene presentata nel modo sbagliato, anche per semplici errori formali dovuti alle complessità di compilazione, si rischia di vederla respinta senza possibilità di appello», spiega Luigi Ugone dell'associazione «Noi che credevamo nella BPVi». Ugone ha chiesto un incontro Luigi Di Maio, «come leader dei Cinque Stelle», ed è in attesa di una risposta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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