Guerra in Ucraina

I russi avanzano ancora «Il 20% del Paese è loro»

Il calcolo di Zelensky: 125mila kmq occupati. E Severodonetsk è sempre più vicina alla resa.

I russi avanzano ancora «Il 20% del Paese è loro»

Severodonetsk, Russia. La città dell'oblast del Lugansk che è da giorni è il campo di battaglia più importante per il suo valore strategico - la sua conquista darebbe un vantaggio forse decisivo per la conquista russa del Donbass - è per l'80 per cento sotto il controllo delle armate putiniane. Lo ammette anche il capo dell'amministrazione militare regionale del Lugansk, Serhiy Gaidai, che però si inorgoglisce per certi successi minori. «In alcune strade, i nostri difensori hanno successo, sei soldati russi sono stati catturati».

La città è ancora sotto attacco, si combatte casa per casa, mentre nei dintorno lo sforzo dei russi è volto a circondare completamente la città, isolandola. Come accadde a Mariupol anche a Severodonetsk l'ultima ridotta rischia di essere una struttura industriale abbandonata. Lì Azovstal, qui la fabbrica chimica Azot. Dentro ci sarebbero 800 persone, «abitanti a cui era stato chiesto di lasciare la città, ma hanno rifiutato. Ci sono anche bambini, ma non molti», ha detto Gaidai.

Certo, c'è anche chi la vede in un altro modo. Il consigliere dell'ufficio del presidente Oleksii Arestovich, sostiene che i russi sarebbero caduti in un trappolone: «Abbiamo fatto vedere di aver consegnato la città. Ora il comando russo è scioccato. Hanno già fatto rapporto di aver preso la città quando i nostri militari hanno fatto un massiccio attacco di controffensiva e continuano a battere i russi, nonostante il loro vantaggio artiglieristico e d'aviazione. Il comando russo ora sta lanciando tutte le forze per tenere la città di Severodonetsk. I nostri militari combattono come dei leoni». Delirio, bluff o veirtà?

L'unico altro centro di una certa rilevanza del Lugansk ancora non in mano russa è la vicina Lysychansk, che diventerà probabilmente il prossimo obiettivo dei russi dopo la resa di Severodonetsk. Ieri le truppe russe hanno lanciato un assalto al villaggio di Berestove, lungo la strada principale che collega Lysychansk al resto del Paese. Un altro attacco ha colpito Sviatohirsk, nell'oblast di Donetsk. Da parte loro i russi hanno confermato la morte in Ucraina del generale in pensione dell'aviazione russa, Kanamat Botashev, 63 anni: il suo aereo era stato colpito da un missile Stinger, nei pressi di Popasna, nel Lugansk.

Perdite insignificanti per un esercito, il russo, che sta decisamente vincendo la guerra del Donbass. Lo riconosce anche il presidente Volodymyr Zelensky, secondo cui «la Russia occupa attualmente circa il 20 per cento del territorio ucraino». In un discorso in collegamento video con il Parlamento lussemburghese, Zelensky ha fatto un bilancio dei primi cento giorni di guerra: «Le truppe russe sono entrate in 3.620 insediamenti in Ucraina, di questi 1.017 sono già stati liberati, altri 2.603 devono ancora essere liberati. A oggi circa il 20 per cento del nostro territorio, quasi 125mila chilometri quadrati, è sotto il controllo degli occupanti. Ovvero molto di più della superficie di tutti i Paesi del Benelux messi insieme». Nei conti del presidente-attore sono compresi anche i 43mila chilometri quadri controllati da Mosca già dal 2014, vale a dire la Crimea e un terzo delle regioni di Donetsk e Lugansk. Il conflitto compie cento giorni ma è ancora giovane.

«Dobbiamo prepararci a una guerra a lungo termine», garantisce il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.

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