Cronache

I tagli sulle braccia e quel vuoto esistenziale. È allarme autolesionismo tra gli adolescenti

Se ne parla in un documentario presentato ieri all'ospedale Bambino Gesù di Roma

I tagli sulle braccia e quel vuoto esistenziale. È allarme autolesionismo tra gli adolescenti

C'è Ana, 18 anni. Che non sa dare un nome al proprio male di vivere e comincia a tagliarsi. Immaginiamo i polsi, le braccia e poi anche la gambe, quei centimetri quadrati di pelle che si possono nascondere. Dice: «Ero curiosa di provare. Poi è stato come se il malessere uscisse fuori». Erika, anche lei diciottenne, faceva fatica a concentrarsi sui libri, da qui all'etichetta «problemi di apprendimento» è un attimo. Si nascondeva con i capelli sulla faccia, non stava volentieri con i compagni. Ha cominciato a rifiutare il cibo e a tagliarsi. «Non sentivo nulla, non provavo sentimenti. Ero come un muro». E poi Alessandro, tanti piercing sul labbro e il desiderio di scomparire. Per gridare il suo dolore ha scelto le docce bollenti, ripetute, fino a collassare. Tutti e tre questi ragazzi, che non hanno resistito all'impulso di farsi del male, hanno saputo però chiedere aiuto. Si sono rivolti all'ospedale Bambino Gesù di Roma e hanno incontrato medici e psicologi che li hanno aiutati a riconoscere il loro malessere e, piano piano, a liberarsene. Quindi la decisione di raccontarsi «per divulgare consapevolezza e aiutare i coetanei che praticano autolesionismo».

Così è nato il documentario «Tagli», realizzato da Real Time, canale di Discovery Italia, fa parte del programma di responsabilità sociale del gruppo Discovery for Good. Si può vederlo su Dplay Plus e sarà trasmesso a ottobre in seconda serata su Real Time (canale 31). Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza del Bambino Gesù afferma che il fenomeno di «tagliarsi» è in rapida crescita: «Nel 2013 abbiamo avuto 12 casi fra bambini e adolescenti in un anno; nel 2018 sono stati 270». Ma si tratta di un fenomeno ancora sommerso. «Perché - sottolinea Vicari - i genitori e la scuola fanno fatica a rilevarlo e i luoghi di cura possibili sono limitati». Il documentario è stato presentato ieri in occasione della Giornata Mondiale di Prevenzione del Suicidio all'interno del convegno «Bambini, adolescenti e suicidio: una nuova emergenza» che si è tenuto al Bambino Gesù.

Il suicidio, nel mondo, è la seconda causa di morte tra giovani e giovanissimi (età 15-29 anni). Tuttavia la tendenza nel nostro Paese è in calo (fonte: Istat). Dal 1995 al 2017 il numero dei decessi, in tutte le fasce d'età, si è ridotto del 14%. Sui 4mila suicidi l'anno registrati in Italia, il 5% è compiuto da ragazzi sotto i 24 anni (circa 200). A crescere è invece il fenomeno dell'autolesionismo tra gli adolescenti. Uno studio apparso sul Journal of Child Psychology and Psychiatry, rileva che in Europa ne è vittima oltre un quarto degli adolescenti (27,6%, età media 14 anni). Il Bambino Gesù ha aperto il telefono «Lucy», 24 ore su 24 (tel 06 6859 2265) per valutare i casi e indirizzare i ragazzi. E, assieme all'associazione Fiorenzo Fratini Onlus ha predisposto AppToYoung, applicazione per tablet e smartphone per chiedere il supporto di uno specialista.

Si può scaricare gratuitamente da Google Play utile anche per genitori e insegnanti.

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