Provvedimento dopo provvedimento, la libertà per le donne in Afghanistan è ormai una chimera. In queste ore è arrivata una uova stretta dei talebani contro le immagini femminili: dai manichini nelle vetrine dei negozi dovranno essere rimosse le teste. Lo prevede una nuova direttiva del Ministero per la Propagazione della Virtù e la Prevenzione del Vizio della provincia di Herat che, riportano i media internazionali, ha vietato di esporre le teste dei manichini femminili nei negozi sostenendo che offendono l'islam. Aziz Rahman, capo del dipartimento locale del ministero, ha descritto i manichini come «statue» da adorare ricordando che questo è proibito dall'islam. E ha annunciato «severe punizioni» per i negozianti che non provvederanno alle rimozioni delle teste dei manichini.
Nei giorni scorsi, è stato deciso che nell'intero Paese nessuna donna non accompagnata da un parente di sesso maschile può compiere viaggi superiori ai 72 chilometri di distanza; inoltre, è obbligatorio indossare un «hijab» integrale che copra il volto oltre alla testa. Per questo decine di donne sono scese in piazza a protestare: «Come possiamo trovare un parente con cui viaggiare quando c'è un'urgenza»? si chiedeva una delle manifestanti citata dal canale afghano di informazione Tolo News, aggiungendo: «Non siamo le stesse donne di vent'anni fa e non resteremo in silenzio».
Le donne hanno chiesto che la comunità internazionale non le dimentichi, ricordando di rappresentare metà della società. Per disperdere il corteo, dopo poco le forze dell'ordine hanno sparato in aria. Alcuni cronisti e fotografi sono stati fermati, l'equipaggiamento confiscato e le immagini delle macchine fotografiche cancellate.
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