I veri dati sugli "sbarchi raddoppiati": appena il 10% in più

Da gennaio a oggi aumento di 3.315 arrivi ma già dall'anno scorso i numeri sono calati drasticamente

Foto di repertorio
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Gli sbarchi sono raddoppiati da gennaio? Una balla colossale che politici, talebani delle Ong e giornaloni stanno cercando di accreditare interpretando i dati come vogliono loro per attaccare il governo. I numeri veri della Guardia costiera e del Viminale non lasciano dubbi: dal primo gennaio a ieri sono arrivati in Italia via mare 32.115 migranti. Nello stesso periodo dello scorso anno erano 28.880. In pratica un aumento di 3.315 migranti, poco più del 10%, spalmato su sei mesi a distanza siderale dall'annunciato raddoppio. Non solo: nel 2024 i numeri erano già drasticamente scesi, oltre la metà, rispetto all'anno prima.

I dati, anche dell'Onu, se letti in maniera corretta dimostrano un altro problema: il flusso si è quasi del tutto spostato dalla Tunisia alla Libia o meglio la parte Ovest della Tripolitania.

"È in atto un fisiologico aumento, non elevato, dovuto al persistere delle condizioni meteo favorevoli. Rispetto all'instabilità a Tripoli per la lotta fra milizie ci si aspettava un aumento considerevole delle partenze e una minore attività di contrasto in mare da parte dei libici. Non è stato così" spiega una fonte del Giornale, in prima linea sul mare.

Dalle coste tunisine sono arrivati in Italia, fino al 15 giugno, appena 1564 migranti. Dalla Tripolitania, al contrario, è partito il grosso, 23.898 fino allo scorso mese. Gran parte delle partenze sono da Zwuara (292) e 145 fra Sabrata e Zawhuia. Un'area solo in parte sotto controllo del governo di Tripoli di Abdul Hamid Dbeibeh. Solo 607 sono partiti verso l'Italia dalla parte orientale del paese, la Cirenaica, in mano al generale Khalifa Haftar ed i suoi figli. Anche Frontex conferma sostanzialmente i dati veri di 29.300 arrivi, il 12% in più rispetto al 2024. Il governo Meloni, però, non deve dormire sugli allori. L'estate è sempre un periodo di aumento degli sbarchi e la complicata situazione in Libia potrebbe riservare impennate nelle partenze. Ne sa qualcosa la Grecia: fino al 15 giugno gli arrivi erano 11.844, in gran parte dalla Cirenaica con grossi e vetusti pescherecci. Uno degli ultimi barconi, diretto verso Creta, è stato intercettato l'8 luglio con oltre 500 migranti a bordo. I centri dell'isola sono al collasso e il primo ministro, Kyriakos Mitsotakis, ha schierato la flotta davanti alla Cirenaica. Il Parlamento di Atene ha votato la sospensione delle domande di asilo per chi arriva illegalmente dal Nord Africa ed in particolare dalla Libia. "La Grecia non è un passaggio aperto verso l'Europa" ha sottolineato Mitsotakis.

Italia, Malta e Germania invieranno una nuova missione Ue in Libia, compresa la Cirenaica, dopo l' "incidente" di Bengasi che ha coinvolto pure il nostro ministro, Matteo Piantedosi, rimandato indietro per il troppo zelo dell'ambasciatore europeo in Libia.

Nel frattempo le Ong del mare hanno sì raddoppiato, in termini percentuali, 20,42%, il recupero di migranti sbarcati in Italia (5515 fino a metà giugno). E adottato nuove tattiche per aggirare il decreto Piantedosi. I talebani dell'accoglienza utilizzano le imbarcazioni più piccole trovando scuse, come lo scarso carburante, per ottenere l'approdo più vicino, a Lampedusa, e non in altri porti lontani.

E le navi più grosse, come Life support di Emergency, svolgono un ruolo di comando e controllo in ausilio ad Alarm phone, il centralino dei migranti, per intercettare i barconi. Non è un caso che in questi giorni le ammiraglie Humanity 1 e proprio Life support sono piazzate fra le 30 e 50 miglia a sud di Malta.

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