I video dell'orrore: ucraini decapitati dai soldati russi. Kiev: "Come l'Isis"

Due video, brutali, selvaggi, primordiali. Due scene girate in momenti differenti della campagna d'Ucraina che testomonierebbero delle decapitazioni di soldati ucraini da parte di militari russi

I video dell'orrore: ucraini decapitati dai soldati russi. Kiev: "Come l'Isis"

Due video, brutali, selvaggi, primordiali. Due scene girate in momenti differenti della campagna d'Ucraina che testomonierebbero delle decapitazioni di soldati ucraini da parte di militari russi. Il condizionale è d'obbligo perché i filmati almeno in un caso sono sfocati, non chiarissimi. E perché è tale l'abominio dei gesti che riprendono che quasi si fatica a credere che siano veri.

Eppure quei video sono lì, circolano sui social in tutto il loro orrore. Il primo, il più recente, diffuso dalla Cnn, sarebbe stato girato nei pressi di Bakhmut, la cittadina del Donbass da mesi teatro di una furibonda lotta tra i due eserciti: mostra quelli i cadaveri di due soldati ucraini scempiati, senza testa e senza mani, accanto a un veicolo militare distrutto e una voce fuori campo, forse distorta, che commenta con espressioni di volgare e irridente disprezzo quello che sarebbe accaduto: «Qualcuno è poi venuto e ha tagliato le loro teste». Il sospetto ricade sui mercenari della Wagner, molto attivi in quella zona e celebri per la loro ferocia, che però non ci stanno. «Ho visto questo video - dice il leader della milizia Yevgeny Prigozhin - . È brutto quando le teste delle persone vengono tagliate, ma non ho trovato nulla a sostegno del fatto che questo sia accaduto vicino a Bakhmut e che i combattenti di Wagner abbiano partecipato all'esecuzione». Più che una smentita, una mozione di insufficienza di prove.

L'altro video, che circola su Twitter, è quello meno chiaro. Sarebbe databile all'estate scorsa almeno a giudicare dalla vegetazione e si vede un combattente russo che taglia con un coltello la testa di un soldato ucraino che potrebbe essere ancora vivo. Almeno così fa capire una voce fuori campo. Ciò che renderebbe l'episodio ancora più atroce.

Gli ucraini non stanno lì a sottilizzare sull'autenticità dei video e reagiscono con sdegno. Per loro le decapitazioni se non vere sono verosimili, e tanto basta. «C'è qualcosa che nessuno al mondo può ignorare: con quanta facilità queste bestie uccidono. Questo è un video della Russia così com'è. Questo non è un incidente. Questo non è un episodio. È successo migliaia di volte. Tutti devono reagire. La sconfitta del terrore è necessaria», commenta in un video il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky, che come suo solito fa appello a leader internazionale perché intervengano. «Dovranno rendere conto di tutto», twitta lugubre il consigliere presidenziale Andriy Yermak. E Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, che invita la Corte penale internazionale a prendere visione dei filmati, paragona la Russia allo Stato islamico: «È assurdo che la Russia, che è peggio dello Stato islamico, presieda il Consiglio di sicurezza dell'Onu. I terroristi russi devono essere espulsi dall'Ucraina e dalle Nazioni Unite ed essere ritenuti responsabili dei loro crimini».

Ma anche il mondo è sgomento. L'Onu «inorridisce» per entrambi i reperti e chiede a gran voce che «questi episodi siano adeguatamente indagati e che i responsabili ne rispondano». Il presidente del Consiglio Europeo Charles Micheles si dice «mortificato» dalle immagini e promette che «l'Ue farà tutto il possibile per garantire» che «la responsabilità e la giustizia prevalgano sul terrore e sull'impunità». «L'Ue continuerà a stare al fianco dell'Ucraina per tutto il tempo necessario», conclude. Più prudente la Commissione europea, che per bocca di un portavoce fa sapere che «al momento non abbiamo informazioni aggiuntive sulla veracità del video che mostrerebbe la decapitazione di un soldato ucraino da parte di soldati russi».

Certo è che se «dovesse essere confermato, sarebbe un'altra prova della natura disumana dell'aggressione russa in Ucraina: sarebbe una grave violazione della convenzione di Ginevra, secondo la quale si deve garantire il trattamento in condizioni dignitose dei prigionieri di guerra».

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