"Ideale strumento di difesa: efficace senza grossi rischi, ma servono altri studi"

L'esperto Francesco Raffaele Spera: "Non è da criminalizzare ma va responsabilizzato chi lo utilizza"

"Ideale strumento di difesa: efficace senza grossi rischi, ma servono altri studi"
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Si riaccende il dibattito sui taser. Nel fine settimana, a circa ventiquattro ore di distanza l'uno dall'altro, due uomini sono morti dopo essere stati colpiti con le pistole a impulsi elettrici in dotazione alle forze dell'ordine. Le tragedie di Olbia e di Genova hanno subito innescato polemiche sull'uso del taser negli interventi di pubblica sicurezza, con la sinistra in pressing per privare polizia e carabinieri dello strumento e il centrodestra compatto in sua difesa. Secondo il protocollo del Viminale, la scossa deve durare un massimo di cinque secondi e può avere una potenza massima di 50 mila volt. "Non deve essere criminalizzato, ma va responsabilizzato chi lo utilizza" la sottolineatura del dottor Francesco Raffaele Spera, aritmologo elettrofisiologo presso la Uoc di Cardiologia dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Sant'Andrea di Roma.

Quanto è pericoloso l'uso del taser?

"Sono stati fatti diversi studi su modelli animali che sono discordanti: in alcuni potevano riprodurre aritmie cardiache mortali e in altri no. Ma ci sono delle evidenze del fatto che il taser potrebbe indurre delle aritmie fatali ed è abbastanza logico: se uno vuole fare dei test per indurre una aritmia, è sufficiente un'applicazione di corrente alternata. Bastano pochi secondi per indurre un'aritmia che in assenza di un defibrillatore può indurre alla morte. Il rischio è basso, ma esiste. Poi dipende anche dal numero di applicazioni e dalla loro durata. Anche per questo si dibatte sul fatto che chi utilizza il taser dovrebbe essere in grado di fare una rianimazione cardiopolmonare e di utilizzare un defibrillatore".

Chi ha patologie corre rischi in più?

"Se c'è una condizione che predispone è molto più facile, cambia la soglia. Ma può indurre un'aritmia fatale su una persona sana. Faccio un esempio: la famosa cardioversione elettrica è un'applicazione di una grande quantità di energia per ripristinare il ritmo cardiaco in pochi secondi. In un paziente che presenta un'aritmia "normale", non pericolosa, bisogna dire alla macchina di sincronizzarsi sul battito cardiaco, perché deve essere dato in un preciso momento di depolarizzazione del nostro cuore, che oltre che è un muscolo è anche un sistema elettrico. Se io non do lo shock nel momento giusto, posso indurre quella che si chiama fibrillazione ventricolare, che è un'aritmia mortale. Quindi anche le persone con un cuore sano possono rischiare la vita".

Quindi tutto dipende dall'uso?

"Non sono stati fatti degli studi per conoscere la durata minima e il numero di applicazioni sicure. In altri termini, non conosciamo ancora il margine di sicurezza, ma come strumento di difesa è uno strumento ideale, perché garantisce l'efficacia senza grossi rischi. Ma come evidenziato in precedenza il rischio basso c'è e dovrebbero essere fatti degli studi. È un po' come per i dispositivi medici: determinati strumenti possono essere dannosi, dipende da come sono impostati. Per questo si fanno tante valutazioni sull'efficacia".

Più che criminalizzare il taser sarebbe meglio fare altri studi?

"Portare i rischi a zero è assolutamente impossibile. Servirebbero degli studi per verificare il potenziale rischio e il potenziale danno che possono recare questi strumenti, soprattutto se si allargherà il loro utilizzo.

Il taser non deve essere criminalizzato, ma andrebbe responsabilizzato chi lo utilizza. Bisognerebbe lavorare sulla prevenzione, su quello che deve essere fatto in condizioni di assistenza a una persona che sta male, basti pensare all'utilizzo dei defibrillatori o alla conoscenza delle manovre basilari".

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