Il Papa, in un «appello» alla fine dell'udienza generale, ha ricordato che sabato sarà a Lesbo, una delle isole greche dell'Egeo dove si accalcano i profughi siriani e mediorientali, «per esprimere vicinanza e solidarietà sia ai profughi sia ai cittadini di Lesbo e a tutto il popolo greco, tanto generoso nella accoglienza. Chiedo per favore - ha detto - di accompagnarmi con la preghiera, invocando la luce e la forza dello Spirito Santo e la materna intercessione della Vergine Maria». Subito prima ha ricordato che a Lesbo «nei mesi scorsi sono transitati moltissimi profughi» e che compirà la visita con il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo e con il capo della Chiesa ortodossa Greca, Hieronymus.
La situazione in Grecia non si rasserena: nuovi scontri sono scoppiati tra la polizia macedone, che ha usato lacrimogeni e granate assordanti, e i migranti bloccati a Idomeni che tentano di scavalcare il recinto al confine con la Grecia. «Visto il recente quanto controverso accordo Ue che prevede il respingimento in Turchia dei migranti che sbarcano sulle sponde della Grecia, - ha commentato il JRS, servizio dei gesuiti per i rifugiati, che è presente a Atene e con una piccola rappresentanza anche a Lesbo - la visita del Pontefice non potrebbe giungere in un momento migliore, tenuto conto che detto accordo contravviene al dettato della legge internazionale nonché viola il principio di non-respingimento delle persone bisognose di protezione».
Ancora ieri a Idomeni la polizia macedone ha sparato lacrimogeni per disperdere un gruppo di migranti che insieme ad alcuni attivisti protestavano sul lato greco del confine. Piccolo scontri sono infatti scoppiati quando circa 50 migranti si sono avvicinati al recinto spinato che divide Grecia e Macedonia in segno di protesta. Già un centinaio di rifugiati erano rimasti feriti domenica scorsa in scontri con la polizia macedone.
La polizia greca ha arrestato brevemente 17 persone, soprattutto straniere, nell'ambito di un giro di vite contro i volontari sospettati di diffondere quelle che sono state definite «voci maligne» nel campo di Idomeni al confine con la Macedonia. Tra loro, oltre a due greci, ci sono cittadini tedeschi, austriaci, svedesi, portoghesi, un siriano e un palestinese residente in Grecia. La polizia ha reso noto che 16 degli arrestati sono stati rilasciati mentre un tedesco è stato incriminato perché trovato in possesso di un coltello.
In precedenza il governo greco aveva detto che alcuni volontari e dipendenti di associazioni di beneficenza sono stati gli istigatori delle recenti rivolte in cui centinaia di migranti hanno cercato di forzare il confine macedone.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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