"Illegittimo il sequestro delle chat di Renzi e Boschi"

Il Gup bacchetta i procuratori di Firenze per la mancata autorizzazione delle Camere sui messaggi dei parlamentari

"Illegittimo il sequestro delle chat di Renzi e Boschi"
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Adesso che la sconfitta della procura di Firenze è netta, che i comportamenti dei pm del «caso Open» sono ufficialmente dichiarati illegittimi, Matteo Renzi si prepara alla mossa che aveva in serbo da tempo: chiedere lui stesso che il Parlamento autorizzi la consegna agli inquirenti delle sue mail e delle sue chat, le stesse illegalmente acquisite durante le indagini. Ad essere inaccettabile era la pretesa dei pm di violare i diritti non solo di Renzi ma dell'intero Parlamento.

La parola fine ad un braccio di ferro che si trascina ormai da anni arriva ieri mattina, quando il giudice preliminare fiorentino Sara Fiorini dichiara inutilizzabili tutti i messaggi informatici intercettati dalla Procura - su iniziativa del procuratore aggiunto Luca Turco e del pm Antonio Nastasi - a carico di Renzi, Maria Elena Boschi, Luca Lotti, Francesco Bonifazi. È una decisione inevitabile, dopo la sentenza della Corte Costituzionale che nel luglio scorso aveva dichiarato illegittimo il sequestro delle chat tra Renzi e il suo entourage. «Ennesima vittoria nostra, ennesima sconfitta dei pm di Firenze. Una vicenda sempre più incredibile», commenta in diretta sui social il segretario di Italia Viva. Che il vento girasse a suo favore, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, Renzi lo aveva capito già in agosto, quando dal ministro della Giustizia Carlo Nordio era stata avviata una azione disciplinare nei confronti di Turco e Nastasi.

La situazione ormai è quasi surreale, l'udienza preliminare che deve decidere se mandare Renzi & Co. sotto processo si trascina da un anno e mezzo, e la decisione di ieri porta inevitabilmente ad un rinvio assai lungo. La giudice Farini ha fissato la prossima udienza tra quasi cinque mesi, il 4 aprile, nella speranza che per allora il Parlamento abbia dato la sua risposta alla acquisizione delle mail e delle chat degli imputati. Ma non è affatto detto, vista l'agenda carica sia di Montecitorio - che deve esprimersi sulla Boschi e su Lotti - sia di Palazzo Madama, competente per Renzi e Bonifazi, che per allora l'autorizzazione sia arrivata.

A questo punto diventa concreta la possibilità che prima della decisione sul rinvio a giudizio di Renzi arrivi la sanzione disciplinare a carico dei suoi accusatori Turco e Nastasi, che a quel punto difficilmente potrebbero continuare a svolgere il loro ruolo nel caso Open. E a dover sbrogliare la matassa sarebbe il nuovo procuratore della Repubblica Filippo Spiezia, che quando questo pasticcio è iniziato a Firenze neanche c'era.

LF

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