Loro, i militari, accerchiati, strattonati e minacciati. E lui, l'immigrato fermato per un controllo, messo in condizioni di fuggire dai complici. Via Firenze, cuore del quartiere Vasto-Arenaccia. Laddove il boss Edoardo Contini fa affari con i rifugiati vendendo documenti contraffatti e affidandogli la gestione delle case di appuntamenti della vicina Via Pavia e lo smercio al dettaglio di piccole dosi di cocaina e hashish.
Uno smartphone di un residente inquadra la scena che dura poco più di due minuti. Dal primo timido tentativo di reazione di un ragazzo di colore, che si avvicina mentre i soldati, impegnati nell'operazione «Strade sicure», bloccano a terra un giovane che urla e si dimena, fino al primo assalto dei facinorosi.
Volano schiaffi e calci, i militari incassano in silenzio. I balordi diventano dieci, quindici, venti. Dalle strade vicine si affacciano i connazionali. I militari sono in cinque, e nessuno dei commilitoni che pure osservano la scena dalla vicina camionetta va loro in soccorso. Il fermato riesce a sgattaiolare. Per poco. Lo riprendono, e solo l'arrivo dei carabinieri consente di far tornare la situazione alla normalità. I rivoltosi si allontanano continuando a guardare in cagnesco le divise. Solo uno ha impugnato uno sfollagente, ma sarebbe servito a ben poco se gli immigrati numericamente superiori avessero deciso di usare le maniere forti. I comitati cittadini su Facebook postano decine di foto e video che mostrano un rione preda dell'immigrazione violenta e incontrastata. Propongono di istituire le ronde. «Mentre de Magistris si pavoneggia nel proporre Napoli come modello d'accoglienza al ministro Minniti, i cittadini vivono una realtà drammatica e preoccupante commenta il consigliere regionale di Forza Italia, Severino Nappi Anche per questo a settembre organizzeremo un'iniziativa con gli italiani che ancora resistono». «Intere zone di Napoli - denuncia invece il capogruppo azzurro in Regione, Armando Cesaro - sono oramai completamente in mano a immigrati e clandestini che rendono impossibile la vita dei residenti nell'indifferenza sostanziale delle istituzioni. Servono controlli serrati ed espulsioni immediate».
Una situazione che non riguarda però solo il Sud. Ad Arezzo, qualche giorno fa, un 35enne ghanese è stato arrestato perché, sotto la minaccia di un coltello, ha provato a violentare una 16enne davanti all'amichetto. Ancor prima, un irregolare 31enne della Guinea, urlando «Voglio morire per Allah», aveva cercato di accoltellare un poliziotto all'esterno della Stazione centrale di Milano. Sempre nel capoluogo lombardo, in Via Giambellino, un passante era stato aggredito con un pugnale da 40 centimetri da un rifugiato che non voleva lasciarlo camminare sul marciapiedi occupato dalla sua bicicletta: il criminale è finito in galera con l'accusa di tentato omicidio.
Lo stesso capo d'imputazione contestato a un pakistano 30enne che voleva decapitare un afghano con un paio di forbici. A Modena, a metà luglio, un 23enne del Gambia è stato bloccato su un treno per aver molestato una ragazza e rapinato un passeggero accorso in suo aiuto. Era in attesa del permesso di soggiorno.
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