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Immigrazione e sicurezza, nuove mosse anti governo

Da Chiesa e Ong coro di no alla svolta Ue sui Paesi sicuri. La pg di Torino grazia Askatasuna: "Niente sgombero"

Immigrazione e sicurezza, nuove mosse anti governo
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Chiesa, Ong e associazioni legali pro migranti stanno affilando i coltelli per affossare la svolta Ue, che da ieri ha sposato la linea italiana sull'immigrazione illegale. Cauta la giudice Silvia Albano, del tribunale di Roma, la prima toga a mettersi di traverso sul modello Albania. Alla richiesta di commento del Giornale ha risposto così: "Non ho ancora letto il testo della proposta normativa del Consiglio Ue. Non mi piace basarmi sulle notizie di stampa". Difficile che la presidente di Magistratura democratica alzi bandiera bianca sulla "rinascita" dei centri in Albania grazie alla linea dura che si profila nell'Unione europea. Da Torino, su un fronte diverso, un'altra toga si mette di traverso, il procuratore generale, Lucia Musti. In un'intervista "grazia" il centro sociale Askatasuna: "Ex lege, non ci sono le condizioni perché la Procura della Repubblica disponga lo sgombero dell'immobile".

Sul fronte migranti i talebani dell'accoglienza hanno acceso le polveri. Il rapporto sul diritto all'asilo presentato ieri dalla fondazione Migrantes, l'organismo pastorale della Conferenza episcopale italiana, considera l'esternalizzazione del controllo migratorio, a partire dal modello Albania, "ai margini della democrazia". Il documento dell'ente dei vescovi risponde alla decisione del Consiglio Ue: "Il modello Albania, piuttosto che essere visto come un mostro isolato, va collocato nel continuum delle politiche europee di esternalizzazione, come un banco di prova per la tenuta dei principi democratici e giuridici dell'Unione". Il nostro paese continua ad attirare un numero elevato di aspiranti profughi: "Mentre le domande di asilo nell'Ue sono calate (-13%; Germania -30%), l'Italia nel 2024 ha segnato il suo massimo storico (quasi 159 mila)". Per il rapporto Migrantes il "record" delle richieste respinte è un segnale negativo. "Nel 2024, le Commissioni territoriali hanno pronunciato il 64% di dinieghi, contro una media Ue del 51%. E nel primo semestre 2025 i dinieghi sono al 69,5%".

L'arcivescovo, Gian Carlo Perego, direttore di Migrantes, non "è così certo" che l'accordo Ue "significhi lo sdoganamento dei costosi, scandalosi e finora inutilizzati centri in Albania". A dare man forte ci pensa Gianfranco Schiavone, membro dell'Asgi, l'associazione legale pro migranti finanziata anche da Soros. Il testo approvato dal Consiglio Ue sarebbe "pieno di seri problemi giuridici". Sulla rotta balcanica ed i centri in Albania aveva anticipato le mosse del giudice Albano. Sul Consiglio Ue ha sentenziato con Repubblica che "la redazione di una lista di Paesi sicuri europea non risolve nulla se non in linea con i criteri giuridici che li definiscono e che restano immutati". La previsione di Schiavone è "un alto numero di contenziosi".

Francesco Ferri, esperto di migrazione di Action Aid Italia, rincara la dose: "I rilievi giudiziari che hanno portato già a censurare l'operato del governo sui trasferimenti in Albania sono numerosi e non vengono affatto superati da questa novità normativa".

Mediterranea Saving Humans, fondata da Casarini e soci, esprime "una ferma opposizione alla nuova stretta sulle politiche migratorie, approvata dai governi dell'Ue". E lancia la mobilitazione attraverso "la disobbedienza e il sabotaggio di queste leggi ingiuste e pericolose".

I sodali di Askatasuna a Torino tengono in "scacco la città", come ha dichiarato il prefetto, con episodi violenti, compreso lo zampino nell'assalto pro Pal alla redazione della Stampa.

Nell'intervista all'edizione locale del Corriere il procuratore generale, Lucia Musti, conferma l'esasperazione della cittadinanza e la strategia della violenza. Però ammette che "non ci sono le condizioni perché la Procura della Repubblica disponga lo sgombero" del centro sociale Askatasuna.

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