La politica italiana continua a dividersi in merito alle prossime mosse che il premier Mario Draghi dovrà compiere in Europa nell'ambito della guerra in corso tra Ucraina e Russia. Nello specifico il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte spinge per lo stop all'invio di armi, chiedendo al presidente del Consiglio di farsi promotore di un'azione di pace. Le richieste dell'avvocato però hanno trovato la reazione di Carlo Calenda, secondo cui l'aiuto militare a Kiev è una condizione imprescindibile per non darla vinta all'esercito di Mosca.
La richiesta di Conte
Il leader del Movimento 5 Stelle sostiene che il nostro Paese debba necessariamente guidare e indirizzare la strada a livello europeo per arrivare a un cessate il fuoco. "Grazie a quel lavoro abbiamo il Recovery, invece del Mes e della troika", ha ricordato. Un modo per rivendicare le scelte operate dal governo giallorosso e glorificare il suo esecutivo. Motivo per cui ha chiesto al premier Draghi di fare altrettanto sul fronte della guerra: "Basta riarmo ed escalation militare. Vogliamo che Draghi sia protagonista in Europa: non per proporre la pace, ma per imporla".
La replica di Calenda
Carlo Calenda ha risposto a muso duro alle posizioni espresse da Giuseppe Conte, che da tempo pungola la linea estera del governo Draghi e tende a smarcarsi rispetto alla rotta tracciata. "Cretinate e delirio egotico", è stato il commento tranchant del leader di Azione. In tal senso Calenda ha ricordato che il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è nato in occasione di "un incontro Merkel-Macron".
Cretinate e delirio egotico. Il PNRR nasce in un incontro Merkel Macron. Imporre la pace a chi? A Putin? Come se non aiutando con le armi gli ucraini! Per cortesia. pic.twitter.com/RYRXgvfdt9
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) June 5, 2022
L'ex ministro dello Sviluppo economico inoltre, intervenuto sul proprio profilo Twitter, ha messo nel mirino le parole del presidente dei 5 Stelle per quanto riguarda il conflitto militare tra Kiev e Mosca: "Imporre la pace a chi? A Putin? Come se non aiutando con le armi gli ucraini! Per cortesia".
Il campo largo
A dividere i due è anche il famoso campo largo tanto desiderato da Enrico Letta. Un fronte progressista, una sorta di Ulivo 2.0 in cui far confluire le anime del centrosinistra per cercare di battere il centrodestra in occasione delle prossime elezioni politiche. Un progetto destinato a rimanere utopia, visto che quotidianamente emergono differenze e grovigli che ostacolano la strada sognata dal segretario del Partito democratico.
Lo stesso Calenda non ha mai nascosto un'intolleranza politica nei confronti del Movimento 5 Stelle, escludendo di condividerci un'alleanza per il ritorno alle urne.
Una posizione contraria che ha trovato d'accordo Giuseppe Conte, che ha commentato con una battuta i dissidi con il leader di Azione: "Dichiara costantemente che non vuole lavorare con i 5 stelle e così ci ha risolto il problema".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.