Ha taciuto per mesi, vittima di una vicenda sconcertante che a 13 anni, messa incinta dal padre, non ha potuto confidare neanche alla madre, la quale sapeva degli abusi e copriva il compagno, finché l'uomo, di origini filippine, ha stuprato la figlia anche in ospedale quando è stata ricoverata al Sant'Anna di Torino quasi al nono mese di gravidanza ed è stato scoperto.
I fatti sono avvenuti a Torino e risalgono allo scorso luglio, ma adesso le indagini hanno accertato che anche la madre della ragazzina era a conoscenza delle violenze che si perpretravano in casa ed è indagata insieme ad un'amica di famiglia. A sua volta, però, anche la donna filippina era stata oggetto di maltrattamenti e violenze da parte del compagno, un 45enne, in quello che viene definito dalla Procura «un contesto drammatico» e che ha sconvolto i medici dell'ospedale. La terribile verità è venuta a galla quando le telecamere della stanza del nosocomio torinese in cui era ricoverata la ragazzina, hanno ripreso il padre della 13enne infilarsi sotto le lenzuola del suo letto per costringerla a consumare un rapporto sessuale, di notte, approfittando della ridotta vigilanza.
Fino a quel momento il personale sanitario non poteva immaginare che potesse essere lui il padre del nascituro. I silenzi e il disagio mostrato dalla giovane al momento del ricovero erano stati attribuiti allo choc per una gravidanza così precoce.
Dopo l'abuso in ospedale, interrotto dall'intervento delle forze dell'ordine, è stato effettuato l'esame genetico sul feto per confermare i sospetti degli investigatori. A quel punto sono scattate le manette ai polsi dell'uomo che aveva messo incinta la figlia. Il filippino adesso dovrà rispondere in Tribunale di violenza sessuale aggravata, ma anche di maltrattamenti verso la compagna e gli altri figli minorenni. Nessuno, fino a quel momento, poteva immaginare una storia di abusi familiari così agghiacciante, confermata poi davanti al giudice con il terrore ancora negli occhi dalla minore. Proiettata così giovane in un incubo dai suoi familiari, nel luogo dove avrebbe dovuto sentirsi al sicuro.
Al termine delle indagini la Procura di Torino ha messo sotto inchiesta anche la madre della ragazzina.
I magistrati sono convinti che la donna non potesse non sapere quello che accadeva tra le mura di casa e si apprestano a chiedere il processo anche per lei per non aver impedito o segnalato che il compagno abusava della figlia. Indagata anche un'amica di famiglia: per i pm anche lei sapeva degli abusi e avrebbe cercato di convincere la 13enne ad accusare della gravidanza un compagno di scuola.
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